Giovane suprematista bianco in carcere per tentato omicidio

Giovane suprematista bianco in carcere per tentato omicidio
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Il tribunale di Zurigo ha condannato a nove anni di carcere un estremista di destra per tentato omicidio e commenti razzisti online. Indossando una maglietta della supremazia bianca, ha accoltellato gravemente un diciottenne in un centro commerciale a Zurigo nel 2020.

Il processo si è svolto venerdì davanti al tribunale distrettuale di Zurigo dopo che una prima sentenza, emessa nel 2022, è stata annullata dalla Corte suprema di Zurigo per vizi procedurali (foto simbolica).

ATS

Nella sentenza pronunciata martedì il tribunale distrettuale di Zurigo ha parzialmente seguito il pubblico ministero. Quest’ultimo, però, ha chiesto una pena più pesante, a 12 anni di carcere. La difesa si era difesa legittimamente e aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato, di nazionalità svizzera, di 26 anni.

Un primo processo si è svolto nel luglio 2022. L’imputato ha ricevuto 5,5 anni di carcere per tentato omicidio. La Corte Suprema di Zurigo ha annullato la sentenza per vizi procedurali e venerdì scorso si è svolto un nuovo processo.

Comprare un coltello poco prima del combattimento

Il 27 giugno 2020 il giovane, allora studente di 22 anni, si recò in un centro commerciale di Zurigo. Indossa una maglietta con la scritta “White Lives Matter”, uno slogan di battaglia per i suprematisti bianchi di fronte al movimento “Black Lives Matter” negli ambienti antirazzisti.

Lì vede un gruppo di giovani tifosi dell’FC Zurigo, molti dei quali hanno la pelle scura. Va subito in un negozio a comprare un coltello, poi lascia il centro commerciale. Il gruppo di fan poi lo segue, poi lo interroga sulla sua maglietta.

Uno dei tifosi, 18 anni, gli chiede di lasciare il locale o di togliersi la maglietta che discrimina i suoi compagni neri. Ne è seguito uno scontro tra diversi membri del gruppo e l’imputato prima che l’accusato venisse inizialmente sottomesso.

Il gruppo poi si allontana da lui, ma lo studente estrae il coltello e si avventa contro il giovane 18enne. Lo ha pugnalato cinque volte alla schiena e ad un braccio. Gravemente ferito, quest’ultimo è sopravvissuto solo grazie ad un intervento d’urgenza in ospedale. Il suo aggressore dovrà pagargli 30mila franchi di risarcimento.

Nessuna legittima difesa

Di fronte ai giudici, il gruppo di tifosi ha dichiarato di aver semplicemente preteso spiegazioni dall’imputato sulla sua maglietta. Secondo l’imputato lo avrebbero spintonato e picchiato. Questi ultimi furono assolti dall’accusa di rissa.

Sulla base delle riprese delle telecamere di sorveglianza, il suo avvocato ha sostenuto che il gruppo ha cercato di punire il suo cliente per aver indossato la maglietta e per essersi comportato in modo aggressivo nei suoi confronti. Ha chiesto senza successo l’assoluzione dell’imputato, invocando la legittima difesa. La Corte ha respinto questa versione dei fatti, poiché l’imputato ha aggredito la sua vittima dopo che il gruppo si era allontanato da lei.

Osservazioni discriminatorie

Figlio di buona famiglia, con genitori che lavorano nel settore culturale, l’imputato aveva commentato violentemente su Internet le rivolte legate al movimento “Black Lives Matter” negli Stati Uniti. Ha detto che spera che quanti più saccheggiatori possibile vengano uccisi a Minneapolis. Inoltre, ha rilasciato commenti degradanti online nei confronti dei neri e dei gay. Su questo punto i giudici lo hanno ritenuto colpevole di affermazioni discriminatorie.

fidanzata, ats

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