Il dizionario degli amanti della Mosella: TIE (Cerimonia di)

Il dizionario degli amanti della Mosella: TIE (Cerimonia di)
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Ogni mattina, Nicolas Turon rende omaggio al suo dipartimento con un testo divertente, tenero e sapiente, sotto forma di dichiarazione d’amore per la Mosella. Sceglie un emblema appartenente alla storia o all’attualità e lo tratta in modo insolito.

Se Paul Verlaine non avesse avuto questa passione per la polisemia, confondendo i versi e i piedi del poeta con i calici degli estaminets, non sarebbe morto di alcolismo e sarebbe ancora vivo. Probabilmente sarebbe tornato da Parigi a Metz, sua città natale, per trascorrere lì i suoi vecchi tempi… Avrebbe percorso i suoi 180 anni lungo la spianata, a poche decine di metri dalla stanza azzurra dove era nato, soffocante e pallido, passeggiando in un autunno eterno, pieno di monotono languore.

Perdona questo sogno familiare; il poeta è veramente morto, e l’unico Verlaine rimasto sulla nostra spianata resta il marmo. Perché è un busto di pietra, che gli amici del poeta onorano in ogni compleanno del grande uomo con una tradizione a dir poco originale… Ogni 30 marzo, il poeta è legato. L’idea è quella di mettere una vera e propria cravatta attorno al collo statuario; per creare una metonimia dell’esistenza, come a dare nuova vita a uno dei Messin più famosi. L’origine della tradizione si perde nel metaverso secolare: la prima cravatta fu forse installata dagli scolari durante la Seconda Guerra Mondiale, un lavaliere da cavalleria, un ornamento resistente, una corda al collo per rifiutare il matrimonio con i tedeschi. .

#French

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