Il 4 gennaio si celebra il Braille Day. Questo metodo di scrittura è stato inventato duecento anni fa. Rimane essenziale per le persone non vedenti e ipovedenti. Questa scrittura universale in rilievo ha saputo adattarsi alle nuove tecnologie.
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Il telefono è un accessorio indispensabile, soprattutto per Clément La Dune che è cieco. Grazie al suo smartphone può accedere a più di 200.000 audiolibri e leggere anche i suoi messaggi.
Tuttavia, osservando l’appartamento di Clément Dune, i libri sono assenti sugli scaffali
Non ne ho uno, perché i libri in Braille sono spesso oggetti ingombranti e molto costosi.
Clemente La Duneinsegnante di storia e geografia
La scrittura e la lettura in Braille restano essenziali nella vita quotidiana di questo insegnante di storia e geografia. Clément La Dune tira fuori dalla borsa un computer appositamente progettato per i non vedenti. Questo strumento facilita notevolmente la sua vita quotidiana, ma rimane comunque raro e costoso.
“Per me è l’unico modo per poter davvero leggere e scrivere. E soprattutto poterlo fare con discrezione, spiega. I sistemi vocalizzati sono molto buoni, ma non possono essere utilizzati in un contesto in cui ci sono persone in giro. Non voglio necessariamente che tutti ascoltino i miei messaggi”.
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Sabato 4 gennaio era il Braille Day. Questo metodo di scrittura è stato inventato duecento anni fa. Rimane essenziale per le persone non vedenti e ipovedenti. Il Braille è stato in grado di adattarsi alle nuove tecnologie.
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©Sébastien Laporte, Margaux Blanloeil, France Télévisions
Nell’era digitale, il braille non sembra scomparire presto. Comodamente seduta nel suo soggiorno, Domitille Morin è una studentessa di prima elementare. Come gli altri adolescenti, può navigare in rete.
Per fare ciò utilizza anche apparecchiature che utilizzano la scrittura che viene visualizzata in punti bianchi su uno schermo dedicato. “Privarsi della tecnologia digitale significa tagliarci fuori dal mondo, rendendoci dipendenti dalle istituzioni e dai servizi. Proprio la tecnologia digitale con il braille ci permette di essere più liberi”, dice lo studente delle superiori.
Per me, ad esempio, al liceo, posso quasi badare a me stesso. Non ho bisogno di chiedere agli insegnanti. Non ho quasi bisogno di alcun adattamento da parte dei servizi.
Per Domit MorinStudente delle scuole superiori
La liceale ha potuto acquisire questa preziosa indipendenza imparando a leggere il Braille nei libri di carta, come quelli pubblicati dall’associazione Mes Mains en Or, fondata dalla madre, Caroline Chabaud. Quest’ultimo deve affrontare domanda crescente.
Questo servizio è finanziato principalmente da sponsorizzazioni ed è fornito da volontari.