Ariel Djanikian resuscita i cercatori d’oro del Klondike

Ariel Djanikian resuscita i cercatori d’oro del Klondike
Ariel Djanikian resuscita i cercatori d’oro del Klondike
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Ariel Djanikian resuscita i cercatori d’oro del Klondike

Ogni settimana, Michel Audétat consiglia un libro che lo ha fatto riflettere, divertito, commosso…

Michel Audétat

Inserito oggi alle 14:07

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Per chi ha letto i romanzi di Jack London, quelli di Ariel Djanikian presentano una geografia familiare: il Grande Nord americano, il Chilkoot Pass, il fiume Yukon, Dawson City, il Klondike verso cui sono confluiti tanti uomini e poche rare donne. “I cercatori d’oro” ci riporta al 19° secoloe fine del secolo, quando i poveri puntavano sulla fortuna che avrebbe potuto renderli ricchi di milioni se avessero tentato l’avventura del Klondike. È una saga familiare, un genere che spesso produce il peggio e talvolta il molto onorevole come questo romanzo di Ariel Djanikian. Neve, valanga, bufera di neve, piedi ghiacciati… si consiglia di leggerlo con le muffole anche d’estate.

Nata a Filadelfia, la scrittrice Ariel Djanikian è la discendente di una certa Alice Bush, che lasciò la California e la sua famiglia di contadini indebitati per accompagnare la sorella Ethel e il cognato Clarence nelle loro concessioni nell’estremo nord. Questo antenato aveva pubblicato un libro di ricordi utilizzato dal romanziere, nonché la corrispondenza familiare. Resuscitata dalla finzione, la sua Alice Bush è un personaggio bellissimo, complesso, tormentato, abile negli intrighi, con la mente tormentata dal desiderio di entrare “nel cerchio abbagliante” delle persone che contano. “Ma cosa stai cercando esattamente?” suo cognato Clarence, la cui ricchezza sarà presto colossale, glielo chiede due volte. L’ultimo terzo del romanzo è ambientato in California dove l’aura magica del petrolio ha sostituito quella dell’oro. Una febbre scaccia l’altra.

Questa sarebbe una storia di successo americana solo se l’avventura di Alice e della sua famiglia non avesse trascinato nella tragedia due indiani: Jim e sua sorella Jane. Ariel Djanikian mostra l’altro lato della scena dell’oro: “uno spudorato business di saccheggio”. È ciò che si tratta di riparare in questi brevi capitoli intervallati dalla storia principale, che raccontano di un ritorno nel Klondike nel 2015. L’intenzione è lodevole, ma il risultato letterario più discutibile.

Da leggere: “I cercatori d’oro”, Ariel Djanikian, tradotto dall’inglese (Stati Uniti) da Anne-Sylvie Homassel, Buchet-Chastel, 544 p.

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