Jim Fergus, il suo monologo da Molly – Libération

Jim Fergus, il suo monologo da Molly – Libération
Jim Fergus, il suo monologo da Molly – Libération
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romano

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Il quaderno dei Livres de Libéfascicolo

Una donna nativa americana fugge da Sing Sing nel “True World” del romanziere americano.

Ha il volto da cowboy e l’atteggiamento disinvolto che li caratterizza, “Col tempo mi sento sempre più solo”. Vestito con una camicia di jeans e una giacca di pelle, Jim Fergus ha un occhio attento, sempre incantato dal paesaggio dell’Arizona quando porta fuori i suoi cani all’alba. “Una luce soffusa si posa sui monti, sui fiumi”una delle ambientazioni che lo scrittore americano classe 1950 evoca nella sua favola, Il mondo reale. “Il mondo reale” è un paradiso secondo la mitologia dei nativi americani, al confine tra “il fantastico [et] ciò che chiamiamo verità”in cui Molly McGill si ritrova scappata dalla prigione di Sing Sing.

Jim Fergus già da bambino amava la tranquillità, trascinato da grandi spazi a grandi spazi d’estate dal padre al volante del suo camper. “Abbiamo attraversato l’Occidente e le sue riserve che conoscevo dai film di John Ford. Pensavo che gli indiani vivessero liberi, sono rimasto scioccato nel vedere la miseria della loro vita quotidiana”. Probabilmente è per preoccupazione di dire la verità su queste terre rubate che va a vivere in una riserva Cheyenne nel Montana. Lui disegna Mille donne bianche (1998), prima parte della sua trilogia, tradotta in Francia due anni dopo, dove racconta la storia di donne americane sposate

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