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Libro della settimana: “Le Cratère” di Arièle Butaux

Libro della settimana: “Le Cratère” di Arièle Butaux
Libro della settimana: “Le Cratère” di Arièle Butaux
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Arièle Butaux porta attorno a Lucas tutta una serie di personaggi familiari, i suoi genitori, i suoi nonni e anche sua sorella, di due anni più giovane. È lei, Aurore, che ci guida e ci introduce in rapporti familiari così speciali. Perché Lucas è gravemente disabile e tutti sono murati nel silenzio. Tuttavia è una famiglia amorevole e Lucas non viene abbandonato: “Per dieci anni Suzanne e Louis (i suoi nonni) hanno dedicato ogni minuto dei loro giorni e delle loro notti a Lucas. Hanno scelto di crescerlo in casa, senza alcun aiuto, al riparo dal mondo esterno. A questo bambino che ha ricevuto così poco alla nascita, non si può certo togliere lo spazio ultimo della felicità, dell’amore e della presenza quotidiana della sua famiglia. » E la mamma non è da meno, facendo di tutto per rendere la vita più leggera: “Lei tace per non diventare l’incarnazione del dramma che rovina la sua giovinezza. Tace affinché nessuno venga ad opporsi alla ragione ai suoi sogni. Ha trentatré anni e una vita da vivere. Con il bambino inchiodato a terra. O suo malgrado. »

Un argomento delicato che il libro affronta con grande modestia

È un romanzo sottile, delicato e toccante, servito da una scrittura fine, senza pathos. Arièle Butaux non cerca di far piangere, lascia spazio a tutti intorno a Lucas, soprattutto ad Aurore, che in realtà non ne ha, di cui non importa a nessuno. Lei che è un po’ “bambino sostitutivo” si prende cura del fratello, cerca il minimo segno, la più piccola scintilla, l’inizio di un’espressione del viso… Lo mette in un grande passeggino e scappa: “Aurore corre sempre più veloce, il più lontano possibile. Le guance di Lucas sono rosa brillante, il suo viso si anima, ha bisogno di gioia, ha bisogno di vita, ha bisogno di pericolo per guarire…” La guarigione è la speranza della giovane sorella, convinta che a 15 anni il corpo di Lucas si schiuderà, riacquisterà la sua flessibilità, uscirà dalla sua reclusione… Ma niente può curare la malattia sigillata fin dalla nascita. E ancora di più, durante questa giornata disastrosa che i genitori rivelano: “I loro volti sono improvvisamente caduti, non hanno più dovuto sorridere o fingere. Mentre chiudevano la porta, lasciarono calare il sipario: è successo qualcosa. »

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