due linguaggi per esprimere una realtà Reunion

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Lo scrittore della riunione Vincent Constantin. IL MAGGIORE

“Nel battere delle lame. Dann batten d’lame”, di Vincent Constantin, tradotto dall’autore dal creolo della Riunione, edizione bilingue, Le Panseur, 280 p., 18 €, digitale 10 €.

Ovunque vivano, i personaggi del primo romanzo di Victor Constantin sono circondati. Dal terreno ripido e caotico del circo di Mafate così come dalle onde delle spiagge di Saint-Paul, a Reunion. “Mi manca la capanna del mio monaco, nel battito della lama, nella terra della spada bianca e della brezza sporca”/ “Vivo con mia madre, vicino al battaglio delle onde, in una terra di sabbia bianca e brezza salata”, dice Irina, prima che sua madre la butti fuori quando scopre di essere incinta a 12 anni. Si trasferì a casa di suo padre, nella parte alta dell’isola, dove diede alla luce da sola un figlio, Herivelo.

Nel battito delle lame spazza via la speranza con l’efficacia di un ciclone. L’isolamento del circo di Mafate – dove i rifornimenti vengono forniti in elicottero – opprime queste vittime della violenza familiare, raccontata attraverso tre prospettive, come tre passi che conducono al fondo dello stesso burrone: quello di Irina, resa pazza dal suo esilio; quello di suo figlio, Herivelo, violentato dalla madre all’età di 6 anni; quello di Ikala, la piccola vicina di casa di Herivelo, che cerca di proteggere la madre dai colpi del padre.

Per esprimere impotenza e controllo, Vincent Constantin rimane il più vicino possibile ai suoi personaggi e alle loro convinzioni. Nato nel 1980 nell’isola della Riunione, ha scritto inizialmente in francese, prima di passare al creolo nel 2011, inventando un’ortografia fonologica accessibile al maggior numero di persone possibile. Scorrendo dalla pagina di sinistra (in creolo) a quella di destra (in francese), il nostro occhio si allena a cogliere il funzionamento di Reunion Creole, che racconta la storia dell’insediamento dell’isola. Sentiamo il gallo e il normanno dei coloni francesi, il malgascio, l’indoportoghese e il tamil dei lavoratori indiani arrivati ​​nel XIX secolo.e secolo, le parole dei marinai e dei commercianti di schiavi. Il creolo della Riunione è una lingua di sollievo.

Buio quotidiano

In Nel battito delle lame, le giornate sono scandite dalla preghiera. Il salmo di Davide riecheggia l’oscura quotidianità: “Mio Dio, chiamo tutto il giorno e non rispondi; anche di notte non ho riposo”, recita il piccolo Herivelo. La cosmogonia indù e la Bibbia si sovrappongono al rilievo della realtà, offuscandolo un po’ di più (“La mamma dice che siamo come Dio e la Vergine: io sono suo papà, suo uomo e suo figlio, lei è mia figlia, mia moglie e mia mamma”riferisce Herivelo).

I bambini vedono gli occhi degli adulti come coltelli, il volto della madre incestuosa sopra la pentola è quello di una strega che veglia sul suo calderone. Gridano “Non è normale! », coloro che potrebbero aiutarli a guardarsi i piedi. Dopo la morte di sua madre, Ikala pone una Vergine contro la porta di casa sua in modo che non torni a perseguitarli.. In questo romanzo i bambini imparano a sopravvivere.

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