Architetto della DPLG a lungo fuorviato nel campo della gastronomia, che ha tenuto per due decenni la rubrica di “Le Monde”, succedendo al sulfureo La Reynière, uomo di penna e di cultura, Jean-Claude Ribaut, che non è sconosciuto ai nostri lettori, e al quale si deve in particolare un affascinante “Viaggio di un buongustaio a Parigi”, ci regala oggi una sorta di testamento gastronomico sotto forma di dizionario enciclopedico. Si chiama “Dizionario gourmet del bere bene e del mangiare bene” e dice tutto sulla golosità universale, dalle “frattaglie (vitello, mucca, maiale, ecc.)” ai “pesci nobili o popolani”, da Alexandre Dumas a Charles-Ferdinand Ramuz , dalla bouillabaisse ai crauti, passando per i broccoli, il coq au vin, il pepe di Espelette o la lepre alla royale. I grandi chef, da Yannick Alléno a Guy Savoy e da Alain Ducasse ad Alain Passard, senza dimenticare Charles Barrier, Michel Guérard, la famiglia Haeberlin, Bernard Loiseau, Bernard Pacaud (ultimo allievo di Mère Brazier) e Joël Robuchon, ne fanno parte. Bruxelles è trattata brillantemente, nello stile delle “Lettere persiane” di Montesquieur. Escoffier e Brillat-Savarin sono presenti anche in questo grande volume di quasi 900 pagine, che unisce la storia (l’ultimo pasto del maresciallo Pétain da Dumaine a Saulieu sulla strada per Sigmaringen…) alla delicatezza, il vino ai piatti, la grande cucina con sapori casalinghi con consistenza, ricchezza e brillantezza e che, per 24 €, costituisce un fantastico rapporto qualità-prezzo.
Dizionario gastronomico del bere bene e del mangiar bene, di Jean-Claude Ribaut (Editions du Rocher, 880 pagine, 24 €)