Con “Tribes”, Shmuel T. Meyer mette a nudo le ferite che fratturano la società israeliana

Con “Tribes”, Shmuel T. Meyer mette a nudo le ferite che fratturano la società israeliana
Con “Tribes”, Shmuel T. Meyer mette a nudo le ferite che fratturano la società israeliana
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Lisbeth Koutchoumoff Arman

Pubblicato il 12 giugno 2024 alle 04:47. / Modificato il 12 giugno 2024 alle 04:47.

Shmuel T. Meyer non ha eguali quando si tratta di dare vita ai suoi personaggi, catturando in poche frasi un’atmosfera, mondi interiori che crollano, la dolcezza di una sera d’estate. Maestro della forma breve, ha ricevuto il Goncourt per i racconti nel 2021 per la sua trilogia E la guerra è finita… pubblicato dalle Edizioni Métropolis. Nato a Parigi, innamorato di Ginevra e Losanna dove è stato pensionante da adolescente, è in particolare autore di una canzone ultrasensibile sulla città in riva al lago in Ah, dimenticavo la sorprendente bellezza del posto (2013), mosaico di schizzi e passeggiate per strade e campagne.

Dopo soggiorni in Italia e in Inghilterra, approda in un kibbutz e l’esperienza della vita comunitaria, le speranze deluse dell’utopia collettiva, le tensioni della società israeliana vengono a galla in numerosi racconti.

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