I librai sono preoccupati per il loro futuro. Dopo il Covid, in Francia è emersa un’ondata senza precedenti di nuove librerie. Dal 2019 sono sorti 600 stabilimenti. Ma cinque anni dopo, la parentesi incantata sembra davvero finita, anche a causa della sovrapproduzione di libri.
Ogni giorno nelle librerie francesi compaiono più di 200 novità. Un ritmo troppo veloce, che mette in difficoltà i librai. «È vero che crea attività logistica nelle librerie, soprattutto nei periodi di punta. Ad esempio, poco prima di Natale, arrivano montagne di scatoloni nelle librerie Capire che i librai pagano gli editori per i libri prima di venderli. Anche se esiste la possibilità di restituire i libri invenduti, non è economicamente vantaggiosa», spiega Guillaume Husson, delegato generale dell’Unione francese dei librerie.
Un manager su due non può permetterselo
Aggiungendo l’inflazione negli ultimi mesi, la sopravvivenza è una lotta quotidiana per alcune librerie, soprattutto quelle emerse negli ultimi cinque anni. Quasi un manager su due non può pagarsi da solo e, per quelli che lo fanno, la remunerazione raramente supera il salario minimo.
Delphine aveva sempre sognato di aprire una libreria. Oggi resiste, ma la vita di tutti i giorni non è sempre facile. “L’obiettivo e la sfida primaria è riuscire ad aumentare gli stipendi nei prossimi mesi per poter mantenere la nostra struttura. Non vogliamo mollare, sono troppi gli sforzi fatti da tre anni. e vogliamo esserci anche l’anno prossimo”, afferma con determinazione su Europa 1.
Per superare queste difficoltà e sostenere il settore, il sindacato francese delle librerie chiede in particolare che il trasporto dei libri sia condiviso tra librai ed editori. Per controllare meglio i costi e non voltare pagina.
