L’impostura – Zadie Smith – recensione del libro

L’impostura – Zadie Smith – recensione del libro
L’impostura – Zadie Smith – recensione del libro
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Riassunto : Eliza Touchet è ben lungi dall’essere una donna normale nell’Inghilterra vittoriana della fine del XIX secolo. Non solo, dopo aver perso il marito, vive in una convivenza appena nascosta con il cugino acquisito – i cui innumerevoli romanzi scritti sulla scia di Charles Dickens, senza talento – si ritrova costretta a correggere – ma è anche fieramente indipendente e politicizzata. . Abolizionista fin dall’inizio, Eliza è entusiasta di un intrigante processo che scatena le passioni a Londra: Sir Roger, grande erede dell’impero Tichborne, scomparso in mare anni prima, è improvvisamente riemerso e reclama ciò che gli è dovuto. Al suo fianco testimonia a suo nome un ex schiavo della colonia giamaicana, appartenente alla famiglia Tichborne. Ma questo fantasma, così rozzo e incolto, può davvero essere Sir Roger, come sostiene? E perché questo nero si difende così?

Critico : L’angolazione scelta da Zadie Smith conferisce a questo libro uno status che va oltre la biografia romanzata. William Ainsworth, il letterato inglese la cui vita fatta di amicizie e rivalità, di litigi e scatti improvvisi che sembrerebbe essere il soggetto iniziale del L’impostura, è in realtà solo uno dei personaggi che, sullo sfondo, contribuiscono alla densità intelligente dell’opera. È infatti Eliza Touchet, sua cugina che ha vissuto con lui per anni, ad attirare l’attenzione dell’autore anglo-giamaicano. Grazie a questa donna, al suo carattere fiero, alle sue idee d’avanguardia, al suo femminismo e al suo umanesimo, Zadie Smith guarda alla società vittoriana, alla povertà di cui banchetta Charles Dickens, una silhouette tra le altre in questo testo, ai discendenti di Gli schiavi giamaicani, sulla borghesia e sul mondo letterario dell’epoca di cui William è un singolare membro.

Evitando la linearità, la narrazione rimane ritmata, nonostante i suoi accenti volutamente datati. Grazie a dettagli ingegnosi, l’autrice riesce a infondere una grande modernità nel suo romanzo storico, così ampio e coinvolgente. Implicitamente firmò anche una cronaca legale che nascondeva il suo nome, ripercorrendo i momenti significativi dell’affare Tichborne, iniziato nel 1871 e scatenando passioni popolari come le soap opera dell’epoca. Sono comparsi numerosi testimoni, tra cui il cameriere nero del ricorrente che affascina Eliza e al quale Zadie Smith dedica parte del suo romanzo. Grazie a lui e a questo processo, l’autore si sofferma a lungo sulla schiavitù in Giamaica, sulle sue atrocità e sulla sua eredità.

Inno alla libertà e alle minoranze, questo abbondante affresco a volte soffre di qualche lunghezza, ma la folla vittoriana che si muove in queste pagine illuminate e illuminanti è così incarnata che il lettore va oltre e si gode questo viaggio nel mondo ad occhi aperti. tempo.


Zadie Smith – L’impostura

Gallimard

546 pagine

140 x 205 mm

24,50 euro

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