Foix. JP Caralp si rivela per il suo ultimo romanzo “Il fantasma di Colombey”

Foix. JP Caralp si rivela per il suo ultimo romanzo “Il fantasma di Colombey”
Foix. JP Caralp si rivela per il suo ultimo romanzo “Il fantasma di Colombey”
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l’essenziale
Ex insegnante di lettere al liceo Gabriel Fauré de Foix, membro dell’UPPF e oratore riconosciuto, Jean-Pierre Caralp propone un nuovo romanzo sulla memoria e fornisce alcune chiavi di lettura.

Dopo il suo primo romanzo, “La lucertola e il paravento”, pubblicato nel 2021, Jean-Pierre Caralp offre alcune idee per la sua ultima opera: “Sulla base della mia esperienza di insegnante di lettere, dei miei ricordi personali di allievo e di studente, ma anche come insegnante di lettere ho voluto costruire un romanzo sul ricordo e sulla memoria.

In una cittadina dell’Occitania che ricorda molto una città dell’Ariège, il narratore ci conduce, con “Il fantasma di Colombey”, alle origini della sua giovinezza.

Da un’immagine furtiva vista in televisione, si tuffa negli anni del liceo per cercare di ritrovare François, un vecchio amico che aveva perso di vista da cinquant’anni.

Jean-Pierre Caralp spiega il suo approccio: “Mi interessa tutto ciò che riguarda le collezioni di ricordi prima che scompaiano e ammiro ciò che fa il Consiglio dei cittadini nel suo laboratorio di Foix nello specchio del tempo. “

Il narratore inizia allora una ricerca nei suoi ricordi che confronta con quelli dei testimoni di questo lontano periodo tra cui ex compagni di liceo. Questa ricerca, che inizialmente conduce da solo, lo porta a seguire numerose piste finché sua moglie non prende parte sempre più in quella che può essere definita un’indagine. Questo li porta da Tolosa a Montauban per trovare le persone che hanno incontrato François, in particolare le donne che hanno avuto un ruolo importante nella sua vita. Seguiamo con piacere la sua ricerca che ci riporta alla liberazione, ai suoi periodi bui e alle sue implicazioni nella città natale di François. Partecipiamo anche noi alle giornate della libertà del maggio 68 per scoprire un aspetto nascosto di queste ultime.

Per il romanziere, l’immagine dei genitori (idealizzati o molto reali) è centrale come nel suo romanzo precedente. Precisa: “Spesso ci rammarichiamo di non aver posto ai nostri genitori le domande sulla loro storia che avevano sulla punta della lingua, senza mai osare farle, prima della loro scomparsa. Rimaniamo non dette e non dette. Domande senza risposta”.

Nel romanzo, per ripercorrere François, le strade esplorate sono molteplici (sentimentale, familiare e anche in un momento criminale) con scoperte e incontri improbabili e dove gli stessi testimoni diventano attori del romanzo. Questi personaggi vengono descritti con le loro contraddizioni, i loro colpi di scena e i loro ricordi a volte orientati e partecipano, a modo loro, alla ricerca iniziale, fornendo pezzi disparati di un puzzle incompiuto.

Jean-Pierre Caralp dichiara che gli ci è voluto più di un anno per scrivere questo libro. E conferma: “Ho avuto un grande piacere nello scrivere questo libro che mi ha riportato ai ricordi della mia giovinezza e alla mia esperienza professionale durante gli anni di insegnamento. Naturalmente ho in programma un nuovo romanzo per ampliare la mia riflessione su questo argomento che mi interessa moltissimo.”

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