Laurent Gaudé, dal coro all’opera – Libération

Laurent Gaudé, dal coro all’opera – Libération
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Il quaderno dei Livres de Libécaso

In “Terrasses”, il romanziere e drammaturgo rivisita gli attentati del 13 novembre scivolando da un’interiorità all’altra.

Quasi ognuno ha la propria storia con il 13 novembre 2015 (ora 13 novembre, proprio come esiste un 11 settembre o ora un 7 ottobre). Con chi era quella notte, cosa ha fatto o non ha fatto, dov’era o non era. È bello leggere “narrativa” in copertina, Laurent Gaudé non racconta la sua storia, preferendo (come ha già fatto a teatro sull’Europa) far parlare il gruppo nella sua moltitudine. Se il libro è apparso tra i bestseller sin dalla sua uscita è perché il Premio Goncourt 2004 (per il Sole degli Scorta, ad Actes Sud come tutta la sua opera) ha una cerchia di devoti, con l’aggiunta di un “soggetto” di supporto (qui materiale poetico, non documentario), che fa appello alla memoria: “Tutto è agitato. Negli appartamenti si accendono sempre più televisori. Tutti chiamano coloro che amano. Hai visto ? Sembra che ci sia stato un attacco? Guardiamo il cellulare, cerchiamo di capire”. L’abbiamo vissuto, lo rileggeremo e lo rivedremo presto in teatro – il testo diretto dal quebecchese Denis Marleau dal 15 maggio al 9 giugno a La Colline (con l’aggiunta, dello stesso autore, di la Tigre Blu dell’Eufrate nel calibro più piccolo).

Chi c’è su “Terrazze”?

Tu, tu, io, lui,

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