A Perpignan, una fiera del libro riservata all’estrema destra – Libération

A Perpignan, una fiera del libro riservata all’estrema destra – Libération
A Perpignan, una fiera del libro riservata all’estrema destra – Libération
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Il comune guidato da Louis Aliot (RN) accoglie fino a domenica 5 maggio l’élite dei saggisti conservatori vicini all’estrema destra, da Eric Naulleau a Michel Onfray passando per Henri Guaino.

Robert Ménard lo ha avviato nel 2014 a Béziers, Louis Aliot lo ha fatto, in grande stile, dieci anni dopo. Da venerdì 3 maggio, il sindaco del Rally Nazionale (RN) di Perpignan ospita nel suo Palazzo dei Congressi, fino a domenica, una fiera del libro presieduta dal saggista Eric Naulleau con protagonisti l’ex scrittore di Nicolas Sarkozy Henri Guaino e Michel Onfray, che ha tenuto a lungo corsi di filosofia nella sua Università Popolare prima di passare ai neoconservatori francesi, seguaci della teoria razzista della “grande sostituzione”.

Sono le 14 di questo venerdì quando Eric Naulleau, nel parco adiacente al Palazzo dei Congressi, prende una pala per aggiungere un po’ di terra alla base di un piccolo ginkgo biloba, così come Henri Guaino, seguito da altri autori. Celebrano il “prima primavera della libertà di espressione”, il titolo pomposo di questa fiera del libro. Nello scarno gruppo di spettatori, funzionari eletti e agenti del municipio di Perpignan, tra cui André Bonet, vicesindaco con delega alla Cultura, che esulta con Pubblicazione : “L’idea è stata di Naulleau, è stato lui a programmare. È completamente nuovo, questo tipo di spettacolo, è una grande novità!” L’organizzatore ufficiale, il Centro di Letteratura Mediterranea, associazione finanziata dal Comune di Perpignan, apprezzerà…

Battaglia culturale

La sua presidente, Françoise Claverie, responsabile della conduzione della prima tavola rotonda intitolata sobriamente “Wokismo, nuova tirannia?” in sala, lo afferma senza tema di enfasi“ci sono posti dove” libertà “è vietato soggiornare”. Oh bene, dove? “Se parliamo di diversità e ideologia della vittima”, “Deriva islamo-sinistra”, “l’aumento dell’immigrazione”, “Se parliamo di questo, cambiamo schieramento, diventi fascista e nazista, sei bandito dai media mainstream”. Tuttavia, ultimamente abbiamo l’impressione che sia il contrario… Sono le 15 passate. Il tono è deciso, con tutte le parole chiave della battaglia culturale voluta dall’estrema destra.

Non c’è folla, solo un centinaio di persone dai capelli grigi e bianchi sparse sugli spalti, ma Eric Naulleau, estasiato, continua: “La libertà di espressione è minacciata dal wokismo e dall’islamismo, due ideologie che, sotto la guida di Mélenchon, hanno concluso un’alleanza innaturale”. E chi ha dedicato un pamphlet al leader dei ribelli ha concluso: “Non siamo più in un Paese libero: le persone che sfidano l’islamismo sono sotto protezione della polizia 24 ore su 24. Abbiamo lasciato che i nemici della libertà facessero troppo. Il contrattacco inizia da qui”.

Anche i partecipanti alla tavola rotonda, Samuel Fitoussi, Renée Fregosi e Daniel Salvatore Schiffer, denunciano, tra applausi, il pericolo sveglia, causa secondo loro di “la cancellazione della nostra cultura, della nostra civiltà”. Abbastanza per soddisfare Loïc, 24 anni, che è venuto a trovarlo “in realtà la gente parla di wokismo”un insieme di reti sociali che permette soprattutto all’estrema destra di fare la caricatura della sinistra ma che rappresenta per Colette, 73enne residente a Perpignan, “un pericolo per la nostra civiltà”. Solo quello.

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