“Benessere”. Di Nathan Hill.
Tradotto dall’americano da Nathalie Bru. Gallimard. 680 pagine. €26.
Tutte le coppie hanno una storia che raccontano di sé, una storia che ronza sotto di loro come un motore e li guida, attraverso le insidie, verso il futuro. Per Jack ed Elizabeth, questa storia è stata amore a prima vista, due sognatori che scoprono la loro dolce metà, due orfani che trovano una casa.
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Questo amore inizia nell’oscurità di due appartamenti uno di fronte all’altro. Vicini di casa, segretamente sedotti l’uno dall’altro, si osservano senza conoscersi finché non si incontrano in un bar alla moda di Chicago negli anni ’90. Jack è un fotografo, Elizabeth una studentessa di psicologia cognitiva. Entrambi sono in difficoltà, lei con un lignaggio in cui la ricchezza illecita viene tramandata di generazione in generazione, lui con una famiglia di malinconici agricoltori delle Grandi Pianure. Insomma, portano in stereo un senso di colpa originario.
Cosa hanno fatto quando avevano vent’anni?
Vent’anni dopo il loro amore a prima vista, attorno a un bambino cresciuto secondo i principi dell’educazione positiva, Franck ha seppellito i suoi sogni di “il giovane artista più entusiasmante di Chicago” sotto una cattedra ordinaria, mentre Elizabeth lavora sull’effetto placebo al Well -essere clinica. A questo bivio, acquistano un appartamento su progetto in un progetto immobiliare, un riflesso perfetto della gentrificazione del loro quartiere bohémien e della loro gentrificazione. Tuttavia, questa decisione, lungi dal rafforzare il loro rapporto, rivela difetti invisibili.
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Matrimonio, figli, status di proprietari, conto previdenziale, Jack ed Elizabeth, infedeli ai loro ideali, si lasciano sopraffare dal conformismo. Non stavano risolvendo i loro problemi. Si stavano semplicemente abituando
osserva Nathan Hill. Cosa hanno fatto dei loro 20 anni e del loro amore? chiede lo scrittore. Il racconto virtuosistico tradotto da Nathalie Bru si libera dalla linea cronologica, scivolando da un periodo all’altro senza mai perdere la sua coerenza. In questo modo sono radicate le eredità dell’infanzia, l’ossessione per il benessere alimentata dallo sviluppo personale, il potere degli algoritmi e persino il fastidio dei social network. Quando Jack lotta (invano) contro le più assurde teorie del complotto pubblicate dal padre su Facebook, si tratta di pagine irresistibili.
Di questo delizioso viaggio in compagnia di Jack ed Elizabeth, ricordiamo, oltre ai sontuosi passaggi sulla prateria del Kansas, che la psiche americana ha una sorprendente somiglianza con la nostra. Perspicace quanto malizioso, “Benessere” raggiunge lo status di classico della letteratura.
