La Biblioteca nazionale di Francia mette in quarantena quattro libri decorati con arsenico

La Biblioteca nazionale di Francia mette in quarantena quattro libri decorati con arsenico
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La Biblioteca nazionale di Francia (BnF) ha dichiarato giovedì 25 aprile all’Agence France Presse di aver messo in quarantena quattro libri del XIX secolo decorati con arsenico, per evitare qualsiasi rischio derivante da questo agente tossico.

L’allarme è arrivato alla fine degli anni 2010 da accademici che avevano scoperto questo elemento chimico sulle copertine di libri risalenti a quell’epoca.

Un programma di ricerca tedesco-americano chiamato Poison Book Project sta cercando di identificare i libri in questione. La stragrande maggioranza di quelli finora conosciuti si trova negli Stati Uniti.

L’arsenico dava una tinta verde alle coperte

La BnF ha confrontato i titoli già individuati in altri Paesi con il proprio catalogo. E dopo l’analisi, solo quattro volumi, sui 28 potenzialmente interessati, contenevano effettivamente arsenico.

“Queste opere sono state messe in quarantena e saranno soggette ad ulteriori analisi da parte di un laboratorio esterno destinate a valutare la quantità di arsenico presente in ciascun volume”, indicato l’istituto.

Tutti e quattro hanno in comune il fatto di essere stati stampati in Gran Bretagna e raramente consultati. Si tratta di due volumi di ballate irlandesi raccolte da Edward Hayes nel 1855, un’antologia bilingue di poesia rumena di Henry Stanley nel 1856 e una raccolta delle opere della British Royal Horticultural Society per il 1862-1863.

L’arsenico era apprezzato per il colore nominato “Schweinfurt verde” O “Parigi verde” che ha dato alle copertine, tra gli anni 1790 e 1880 secondo l’attuale banca dati. Questo pigmento veniva utilizzato soprattutto nei paesi anglofoni e in Germania, più raramente in Francia.

Nessun caso di avvelenamento registrato recentemente nel mondo

La BnF ha indicato che sta esaminando altri libri con copertina verde “oltre l’elenco dei progetti Poison Book”.

In teoria, i lettori che consultano tali opere rischiano di sentirsi male o di vomitare. La biblioteca ha dichiarato all’AFP che il rischio per gli utenti è a priori molto moderato.

Nessun caso sospetto di avvelenamento è stato infatti registrato in nessuna parte del mondo negli ultimi anni.

Da marzo le biblioteche pubbliche tedesche hanno avviato una vasta indagine per ritrovare i libri interessati, con decine di migliaia di analisi da effettuare. I risultati non sono ancora noti.

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