Con “L’île de la Française”, Metin Arditi regala una tragedia greca piena di misteri – rts.ch

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La storia di “L’île de la Française”, un nuovo romanzo di Metin Arditi, inizia nel 1950 sull’isola greca di Saint-Spyridon. Dopo quattro anni di guerra civile, gli abitanti di questa oasi cercano di sopravvivere alla povertà e alla carestia. Spinta dalla necessità, Clio, 13 anni, entra come novizia nel monastero dell’isola.

Metin Arditi pubblica un nuovo romanzo dal titolo “L’île de la Française” che unisce i temi cari all’autore svizzero: l’arte, l’esilio, il mistero della filiazione, la fede e il rapporto con il corpo attraverso la storia di Odile, fotografa francese , e Clio, una giovane suora greca.

Avendo vissuto per molti anni a Saint-Spyridon, un villaggio al largo della costa turca, Odile ama profondamente il luogo e i suoi abitanti. Clio, una giovane ragazza dell’isola, lo aiuta nelle faccende domestiche. Tra la francese e il giovane greco nasce un’amicizia complice. Pénélope, la figlia di Odile, vive dolorosamente questo rapporto filiale tra Clio e sua madre.

Una vita monastica dolorosa

Giunta all’età in cui tante ragazze dell’isola portano il velo, per necessità, Clio ha 13 anni quando entra nel monastero di San Spiridione. Non ha idea di cosa la aspetta. Andonià, l’igumeno (superiore di questo monastero ortodosso) le fa subito capire che il suo corpo e la sua anima appartengono ormai a Cristo e aggiunge che dovrà quindi essergli “quanto più vicina possibile”.

Vedendo le cicatrici sulle mani e sui piedi dei suoi compagni, Clio capisce che questa vicinanza a Cristo implica l’essere vicini al suo dolore nel momento della crocifissione. Per essere accettato dall’intero monastero, il nuovo arrivato comincia anche ad automutilarsi.

Ispirato da eventi reali

Per raccontare la vita quotidiana delle monache, Metin Arditi spiega nel podcast QWERTZ del 23 aprile di essersi ispirato in gran parte ai regolamenti reali di un monastero ortodosso francese risalente agli anni ’70. Poi ha aggiunto: “Nel mio romanzo ho introdotto delle mutilazioni che sono il simbolo esagerato della devozione a Dio”.

In questo regolamento quello che ho trovato incredibile sono stati i termini utilizzati. Sono spaventosamente duri. E ciò che colpisce molto è l’abbandono che bisogna fare di se stessi e della propria opinione per affidarsi interamente all’igumeno.

Metin Arditi, scrittore

Scomparsa

Mentre Odile è in viaggio a Parigi, sua figlia Pénélope scompare durante la notte. Sconvolta, torna di corsa sull’isola per sostenere le indagini in corso guidate da Lakis, l’ufficiale di polizia incaricato del caso. Giorno e notte lotta per ritrovare la giovane sedicenne, senza successo.

Inconsolabile, Odile chiede al sindaco del villaggio di ottenere dall’egumeno del monastero il permesso per Clio di lasciare il monastero. Questo perché la giovane suora venisse a tenergli compagnia nel pomeriggio. Mentre il regolamento vieta ogni uscita fuori dal convento, l’igumeno finisce per accettare.

I misteri della fotografia

Tra la giovane donna e Odile nasce un affetto immenso. Ed è in questo contesto che quest’ultimo insegna a Clio i misteri della fotografia.

Mutilazioni e foto sono la stessa cosa. Vuoi convincerti di esistere e ti mutili… La foto non incide la vita nella carne, la inscrive sulla carta, ma il punto è lo stesso. Rendi eterno il momento.

Estratto da “L’île de la Française” di Metin Arditi

Clio si dimostra estremamente sensibile, dotata e appassionata. Nonostante le sue rinunce, riporta di nascosto, all’interno del monastero, un piccolo apparecchio della marca svizzera Alpa. Inizia fotografando la sua compagna di cella. Poi l’igumeno in persona. E infine tutte le suore. Grazie alla fotografia trasforma il modo in cui i suoi compagni guardano il proprio corpo, la loro fede e le loro convinzioni.

Metin Arditi evoca, non senza emozione, il proprio rapporto con la fotografia: “Trent’anni fa mi sono trovato a un bivio. Perché facevo molta fotografia e non scrivevo. All’inizio pensavo di fare della fotografia il mio lavoro e scrivo nel tempo libero E alla fine mi è successo il contrario!”.

Layla Shlonsky/olhor

Metin Arditi, “L’isola della francese”, ed. Grasset, marzo 2024.

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