Libri. Makila o il calvario dei bambini soldato

Libri. Makila o il calvario dei bambini soldato
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Destinatario del Premio Letterario Émilie-Flore Faignond, “Makila” è un’opera unica nella sua tematica e sorprendente nei suoi passaggi, che interroga tutti sul rapporto paradossale tra guerra e infanzia attraverso il viaggio di un bambino soldato di 11 anni di nome Tshituala .

In un’intervista concessa al MAP, a margine della sua partecipazione alla Fiera del Libro del Maghreb a Oujda, Elvis Ntambua ha spiegato che il titolo della sua opera significa “sangue” in lingala (lingua bantu parlata nella Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica del Congo), utilizzato in quest’opera per riassumere tutto ciò che riguarda i bambini soldato e si riferisce al sangue versato, alla morte e al sacrificio.

Attraverso il tema di quest’opera, l’autore congolese tenta di far luce su “una realtà” di cui non si parla e che diventa praticamente “una normalità”, insistendo sulla necessità di “dare voce” a questi bambini – soldati da disegnare attenzione a questa piaga.

“Quando un bambino diventa soldato, non ha più un posto nella società, motivo per cui dobbiamo descrivere cosa è un bambino soldato, ridefinire le questioni e spiegare come è arrivato lì”, ha spiegato.

Pertanto, “Makila” è un libro che cristallizza, con finezza, le questioni di un’Africa complessa, dove storia, politica e cultura si intrecciano per informare e documentare l’orrore della guerra, attraverso una storia avvincente in cui due mondi diversi si scontrano (infanzia vs. guerra).

Cosparso di messaggi preziosi, commovente per la realtà che descrive e accattivante per la sua storia, “Makila” è una di quelle opere che leggiamo con il cuore e con la mente e dalla quale non riusciamo facilmente a staccarci.

In questa vera e propria finzione, il lettore si immerge in un’immaginazione difficile, dove il simbolismo è forte, sia nei nomi di certi personaggi ridotti a lettere dell’alfabeto, sia nel modo in cui vengono descritte certe scene strazianti.

“Ho battuto le palpebre, il tempo è passato. Sono passati due anni. Ho tredici anni. Non ho goduto la mia infanzia. È stata breve. Cancellata”, spiega il protagonista, (p. 91), preso nel vortice dei suoi propria coscienza.

Elvis Ntambua, attraverso la sua presa di posizione riguardo alle devastazioni psicologiche ed emotive causate dalla guerra tra i bambini soldato, agisce come un perfetto equilibrista, riuscendo a trovare una felice via di mezzo tra il fattuale, con l’obiettivo informativo e quello emotivo, destinato a portare i lettori più vicino ai sentimenti di Tshituala e alle scelte difficili affrontate da questo tipo di bambino.

“La guerra cambia le persone, le avvelena, le distrugge anche quando la pace le guarisce”, si legge in quest’opera (p.224) che mette in luce queste zone grigie che alcuni preferiscono dimenticare quando parliamo dell’Africa.

Elvis Ntambua Mampuele, nato in Congo (Kinshasa) è un autore. Laureato in informazione-comunicazione all’Università Lumière Lyon 2, è anche co-organizzatore dell’evento “Au son de la Rumba”, sostenendo la richiesta congiunta dei due Congo per l’inclusione della rumba nel patrimonio immateriale dell’UNESCO.

È anche l’ideatore della prima libreria a Kinshasa, nel comune di Lingwala, per rendere i libri gratuiti e più facili per chi ne è privo.

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