Hachette Livre licenzia Isabelle Saporta dalla carica di capo di Fayard per “controversie strategiche”

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La procedura di licenziamento è stata avviata in marzo a causa del rifiuto di Isabelle Saporta di trasferire il marchio Fayard ad un’altra casa Hachette (gruppo Vivendi), Mazarine.

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France Télévisions – Editoriale Cultura

Pubblicato il 16/04/2024 16:18

Tempo di lettura: 1 minuto

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Isabelle Saporta, il 19 novembre 2019, è stata licenziata il 16 aprile 2024 dalla sua carica di presidente e amministratore delegato della casa editrice Fayard. (JOEL SAGET/AFP)

La prima casa editrice francese, Hachette Livre, ha annunciato martedì 16 aprile di aver licenziato Isabelle Saporta, direttrice delle Éditions Fayard, a causa di “controversie strategiche”. “Hachette Livre si rammarica delle controversie strategiche che l’hanno portata a porre fine alle funzioni di Isabelle Saporta in qualità di CEO di Éditions Fayard”ha detto il gruppo in un comunicato stampa.

In febbraio, Hachette Livre ha annunciato l’assunzione come direttore generale di Mazarine di Lise Boëll, la casa editrice dietro i successi librari dell’ex candidato presidenziale di estrema destra, Éric Zemmour. Isabelle Saporta, 48 anni, ha voluto che il nome di Fayard comparisse in qualche modo nei libri pubblicati da Lise Boëll, con la quale i suoi disaccordi politici sono di pubblico dominio.

Secondo fonti interne a Fayard, Hachette Livre le ha lasciato solo due scelte: firmare l’accordo per lasciare che Mazarine sfrutti il ​​marchio Fayard o ottenerne la licenza.

La stessa Isabelle Saporta è arrivata alla guida di questa casa nel giugno 2022 al termine di una crisi innescata dalla partenza dell’ex capo, Sophie de Closets, in un clima di sfiducia e di denuncia delle pressioni politiche. Citato nel comunicato stampa di Hachette, Isabelle Saporta “ringrazia calorosamente gli autori e i suoi team per lo straordinario lavoro svolto insieme” a Fayard e stime “aver fatto avanzare questa casa facendo affidamento sul suo patrimonio, sul suo patrimonio culturale e morale”.

Hachette Livre è passata alla fine del 2023 sotto il controllo di Vivendi, il gruppo del miliardario Vincent Bolloré, accusato da molti rivali di voler utilizzare le sue case editrici per promuovere un progetto politico di estrema destra. Vincent Bolloré, che lo nega, ha spiegato ai deputati in marzo: “Non ho alcun progetto ideologico, sono molto gentile e di buon carattere”.

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