Nato nelle Alpi e sfociato nel Mare del Nord, il fiume ha creato la pianura alsaziana milioni di anni fa e il suo corso è cambiato con le stagioni e i secoli. Con un ciclo naturale di inondazioni e magre, ha scandito la vita circostante, creando biotopi di eccezionale ricchezza. Le sue acque, ricche di pesci, nutrivano il corpo e l’anima degli abitanti, consentendo allo stesso tempo lo sviluppo commerciale, intellettuale e culturale della valle del Reno, spina dorsale dell’Europa. Poi l’uomo, il demiurgo, domò il selvaggio Reno affinché diventasse soprattutto una via fluviale e produttrice di energia.
In pochi decenni, il fiume immemorabile si è trasformato. La falda freatica e la foresta del Reno non sono più alimentate dalle inondazioni, la temperatura dell’acqua aumenta, la sua qualità resta preoccupante nonostante i notevoli progressi e i pesci stanno scomparendo. E i legami nutritivi e immaginari intessuti con gli abitanti delle sue rive si spezzano. Quindi che si fa? Dobbiamo rassegnarci a vedere morire il fiume dedicandogli un requiem? Oppure possiamo sperare in una rinascita?
Prendiamoci cura del Reno, come patrimonio vivente, come monumento costitutivo dell’identità alsaziana, allo stesso modo della cattedrale di Strasburgo o dei Vosgi! Quest’opera, portatrice di speranza, è un inno al fiume vivo.
Un libro di Roland Carbiener e Lauret Schmitt, fotografie di Serge Dumont e Gérard Lacoumette. Prefazione di Emmanuel Braun. pubblicato in edizioni della Nuvola Blu.
Per tentare la fortuna, registrati semplicemente nel modulo di gioco qui sotto prima di domenica 14 aprile 2024 a mezzanotte.
