Aveyron: “È una storia di famiglia”, il sogno della rutena Florence Castelbou che pubblica il suo primo libro “I 12 racconti”

Aveyron: “È una storia di famiglia”, il sogno della rutena Florence Castelbou che pubblica il suo primo libro “I 12 racconti”
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Originaria di Rodez, la scrittrice Florence Castelbou svela il suo primo libro intitolato “Les 12 tales”. In un piccolo formato, l’opera comprende 12 racconti. Mescola storie familiari e ti permette di scoprire il patrimonio dell’Aveyron.

“Le 12 storie” è il primo libro di Florence Castelbou, originaria dell’Aveyron e attualmente residente a Rodez. Il suo amore per le parole gli è venuto in mente fin dalla tenera età. Durante la sua infanzia era immersa nei libri. Sua madre lo ha seguito nei reportage e ha nutrito la sua passione per la scrittura. Suo padre, un poeta, gli ha dato il gusto per le parole. Fin da piccola amava scrivere, come al college: “Mi sono divertita a correggere i documenti degli altri”, spiega. Inserendo citazioni nelle sue dissertazioni e lasciando spazio alla sua immaginazione, il suo percorso verso la scrittura era quindi chiaro. Allo stesso tempo, unisce il gusto per la fotografia all’eredità dell’Aveyron.

Attribuisce grande importanza alla sua famiglia e alla sua storia. Il libro “Le 12 storie” ha come copertina una fotografia di lei, da bambina, e del suo bisnonno. Il nome della sua opera ha diversi significati: il numero 12 è il suo portafortuna; sono anche i dodici villaggi dell’Aveyron che ritroviamo nei suoi racconti (Aubrac, Bournazel, Rodez, Millau…). All’interno troviamo racconti moderni scritti con grande sensibilità. Diversi personaggi sono associati ai membri della sua famiglia. “Oltre un racconto, è una storia di famiglia”confida Laurent Tranier, il suo redattore. “Tutto era semplice, tutto era allineato”, lei dice. Laurent Tranier gli ha dato molta libertà di scrivere.

Un omaggio alla sua famiglia

Da anni annota su quaderni tutti i ricordi della sua infanzia: “Ho trovato importante mettere queste storie e questi aneddoti, non so perché, era una necessità. Ci ho dedicato tutto il mio tempo, a volte mi svegliavo di notte per annotare le idee.” Le sue ispirazioni provengono dalla sua famiglia e dalla sua immaginazione. Ama inventare e giocare con le parole. Raccoglie aneddoti, cose forti che l’hanno segnata durante la sua infanzia. “Il mio bisnonno ha inventato il primo coltello Laguiole”, rivela. È il suo modo di rendere omaggio e lasciare un’eredità di famiglia. Scrivere questo libro gli ha permesso di togliersi tutte le cose dalla testa.

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