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Philippe Besson: “Ci sono silenzi che uccidono”

Philippe Besson pubblica questo mercoledì il suo nuovo romanzo. “Questa non è una notizia” racconta di un femminicidio ispirato ad alcuni fatti realmente accaduti. Il 22 febbraio esce anche l’adattamento cinematografico del suo romanzo autobiografico. Con una cosa in comune: questi silenzi che finiscono per uccidere.

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Cominciamo con Besson. La nuova opera del fedele e prolisso autore barbeziliano (che sarà firmata alla libreria Cosmopolite di Angoulême il 25 gennaio) si intitola “Raccontarvi di mio figlio” (Julliard). E come indica il titolo, sentiamo un padre dialogare con se stesso durante la marcia bianca guidata da centinaia di sconosciuti venuti per onorare la memoria di Hugo, 14 anni. Si chiede il padre. È colpevole del tragico destino inflitto a suo figlio? Le righe sono quindi un atto d’accusa contro la violenza ordinaria, la stupidità e l’intolleranza. Besson trova lì tutta la sua forza e il suo impegno. È nelle librerie dal 2 gennaio come quello di Vanessa Springora. Infatti, cinque anni dopo “Le Consentement”, “Patronyme” è una nuova inchiesta (Grasset). Questa volta si tratta del nonno ceco Joseph Springora, che lei amava e ammirava. Solo che, quando morì suo padre, Vanessa trovò nella casa di famiglia due vecchie foto in cui il suddetto Joseph, che ancora non si chiamava Springora, esibiva le insegne naziste! La leggenda viene subito infranta. Un libro che unisce racconto, archivio e alcune incursioni nella narrativa.

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Lo stesso processo, in fondo, di Frédéric Beigbeder con “A Single Man” (Grasset, in libreria dall’8 gennaio). Costruisce una biofiction attorno a Jean-Michel, suo padre morto nel 2023. Frédéric, ora più calmo e padre felice, erige una tomba per quest’uomo brillante e assente che non ha mai conosciuto veramente. Lo rende un personaggio del 20°e secolo. Un vero boomer capitalista e opportunista: era un agente della CIA come immagina il figlio? – la cui ideologia era il lusso, il comfort e la seduzione frenetica, uno stile di vita. Un uomo che un’infanzia sacrificata ha trasformato in un egoista ricercatore di piaceri e il cui destino è quello di finire solitario. Insomma un Beigbeder sincero, commovente e divertente come piace a noi.

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E poi lanciarsi anche verso due seguiti attesissimi: primo “A Radiant Future” (Calmann Levy, in libreria dal 21 gennaio), il terzo volume della trilogia di Pierre Lemaitre sui Trente Glorieuses. L’abbiamo divorato. Emozionante come “Il Grande Mondo” e “Il Silenzio e la Rabbia”. E sempre le avventure e le avventure della famiglia Pelletier negli anni ’60 e le loro traversie oltre la cortina di ferro. Poi “Porterò io il fuoco” con cui Leila Slimani chiude la sua trilogia sul Marocco (Gallimard). Troviamo Mathilde e Amine in un paese postcoloniale che sta seguendo il suo cammino verso la modernità. Fiammeggiante e stravagante.

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