Invocando la grazia presidenziale concessa da Joe Biden al figlio Hunter, Donald Trump ha chiesto ufficialmente alla giustizia di New York, tramite i suoi avvocati, l’annullamento della sua storica condanna penale per il caso Stormy Daniels, secondo un documento del tribunale, martedì.
Il 45esimo e presto 47esimo presidente degli Stati Uniti è stato processato a maggio, penalmente colpevole di pagamenti nascosti, prima delle elezioni presidenziali del 2016, a un’attrice di film per adulti affinché lei tacesse su un incontro sessuale avvenuto dieci anni prima.
Una relazione che Donald Trump ha sempre negato. Descrivendo il caso come “falso”, il repubblicano ha accusato il sistema giudiziario di essere sfruttato dai suoi avversari democratici. La pronuncia della sua sentenza è stata rinviata più volte e resta in sospeso, la sua difesa ha fatto ricorso a tutti i mezzi.
Indignazione
In un documento giudiziario di 70 pagine reso pubblico martedì, gli avvocati di Donald Trump, Todd Blanche ed Emil Bove, da lui nominati anche i futuri numeri due e tre del prossimo Dipartimento di Giustizia, chiedono che “la corte annulli immediatamente l’accusa e la giuria verdetto.
Nel loro appello di lunedì, i Comuni non mancano di invocare un fatto politico-giuridico avvenuto la sera prima: facendo dietrofront, il presidente Joe Biden ha graziato, domenica, suo figlio Hunter, condannato in due distinti casi per possesso illegale di arma da fuoco ed evasione fiscale.
Questa grazia presidenziale per un periodo di dieci anni, ancor prima che venissero emesse le sentenze contro Hunter Biden, ha provocato indignazione tra i repubblicani e disagio tra i democratici.
“Un errore giudiziario”
“Decidendo ieri (domenica) su a Dieci anni di grazia per Hunter Biden coprendo uno qualsiasi dei suoi crimini o delitti, siano stati perseguiti o meno, il presidente Biden ha affermato che suo figlio era stato ‘selezionato e accusato ingiustamente’ e ‘trattato diversamente'”, sostengono Mes Blanche e Bove, citando il presidente uscente che ha parlato di un “errore giudiziario”.
Gli avvocati vedono queste “osservazioni come una condanna del Dipartimento di Giustizia del presidente Biden, lo stesso che ha coordinato e supervisionato la caccia alle streghe politica e l’ingerenza elettorale contro il presidente Trump”.
Condannato una volta penalmente e due volte civilmente dai tribunali, Donald Trump ha visto il suo orizzonte giudiziario federale completamente chiarito l’abbandono almeno due procedimenti penali, grazie alla sua rielezione e alla storica sentenza della Corte Suprema, che il 1° luglio ha ampliato la portata dell’immunità presidenziale.
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(afp)