l'essenziale
Dal 2 dicembre è entrata in vigore una nuova normativa che impone ad albergatori, campeggi o società di autonoleggio di raccogliere fino a 60 informazioni personali dei propri clienti. La professione è furiosa e teme un impatto sul numero dei turisti.
Dal 2 dicembre, nuove normative richiedono ai professionisti del turismo in Spagna di raccogliere enormi quantità di dati personali. Soprannominata ironicamente “la legge del Grande Fratello” dai suoi detrattori, questa misura suscita indignazione tra gli operatori del settore.
Albergatori, gestori di campeggi, agenzie di viaggio e proprietari di locazioni turistiche dovranno ora raccogliere fino a 40 informazioni dai propri clienti. Le agenzie di autonoleggio sono costrette a richiedere non meno di 60 dati. Questi requisiti, previsti dal decreto Marlaska in vigore dal gennaio 2023, hanno finora beneficiato di un periodo transitorio terminato il 1° ottobre 2024, prima dell'effettiva entrata in vigore questo lunedì 2 dicembre.
Richieste degne di un interrogatorio
Tra le informazioni richieste: nome, età, indirizzo e-mail, numero di carta bancaria, date di arrivo e partenza, rapporti e legami familiari tra i visitatori, scelta della modalità di viaggio, numero di telefono, ecc. Questi dati dovranno poi essere trasmessi al Ministero spagnolo degli Affari Esteri. l'interno. Le aziende recalcitranti rischiano pesanti sanzioni, con multe fino a 30.000 euro.
Le autorità spagnole giustificano questa massiccia raccolta con imperativi di sicurezza nazionale. Secondo loro, queste misure mirano a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata, segnalando l'uso dell'abitazione e del noleggio di veicoli in attività criminali.
La protesta dei professionisti
La normativa suscita scalpore tra i professionisti del turismo, un settore che rappresenta il 12% del PIL spagnolo e ha reso la Spagna la seconda destinazione turistica mondiale nel 2022. Le associazioni europee, attraverso l'ECTAA e la loro controparte spagnola ACAVE, denunciano una legge costosa e inefficace .
Criticano in particolare la facilità con cui questi dati potrebbero essere falsificati, l'onere amministrativo comportato da questi nuovi obblighi e il rischio di dissuadere i visitatori. Temendo un impatto negativo sul numero dei turisti, le organizzazioni professionali stanno ora prendendo in considerazione un'azione legale per contestare questo regolamento.
Con queste nuove misure, la Spagna si trova di fronte a un dilemma: coniugare sicurezza e attrattiva turistica senza compromettere l’equilibrio economico di un settore cruciale.
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