Il regime chiede la sostituzione dell’ambasciatore presso l’UE

Il regime chiede la sostituzione dell’ambasciatore presso l’UE
Il regime chiede la sostituzione dell’ambasciatore presso l’UE
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Il regime militare del Niger ha dichiarato domenica di aver richiesto la sostituzione dell’ambasciatore dell’Unione europea prima del suo ritiro annunciato sabato dall’UE per “consultazioni” a Bruxelles, con il governo nigeriano che ha criticato gli aiuti alle vittime delle recenti inondazioni.

Venerdì le autorità nigerine hanno accusato l’UE di aver ridistribuito “unilateralmente” alle ONG straniere un aiuto umanitario dell’UE di 1,3 milioni di euro, senza che queste fossero state informate in precedenza. Hanno dichiarato che stavano effettuando un audit e hanno invitato l’UE a fare lo stesso.

Il giorno successivo, l’UE ha espresso il suo “profondo disaccordo” dopo che le modalità di gestione degli aiuti sono state messe in discussione e ha annunciato il richiamo del suo ambasciatore in Niger, Salvador Pinto da França, per “consultazioni” a Bruxelles. Ha anche indicato di “volere continuare a sostenere la popolazione”.

Domenica, il Ministero degli Affari Esteri nigerino ha dichiarato in un comunicato stampa di aver convocato Salvador Pinto Da França il 14 ottobre per “terminare le operazioni” di consegna degli aiuti, prima di “notare” la loro continuazione.

Il governo afferma di aver concluso che la “collaborazione” con Salvador Pinto da França “non era più possibile” e “ha chiesto ufficialmente il suo richiamo e la sua sostituzione il prima possibile”.

Il Niger “non ha mai lanciato un appello per gli aiuti umanitari internazionali in seguito alle inondazioni”, precisa il Ministero degli Affari Esteri.

“L’annuncio di questo aiuto non richiesto è apparso sui social network due settimane prima che le autorità nigerine venissero ufficialmente informate, il che è contrario alle pratiche diplomatiche”, continua.

Il regime militare nigeriano, salito al potere nel luglio 2023 dopo aver rovesciato il presidente civile Mohamed Bazoum – da allora sequestrato – intrattiene rapporti ostili con gli europei, in particolare con la Francia, di cui era una colonia. In Niger, quasi 1,5 milioni di persone sono state colpite dalle recenti inondazioni che hanno provocato ufficialmente 339 morti, una cifra eccezionale.

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