il trauma degli yazidi sopravvissuti fotografato da Michel Slomka

il trauma degli yazidi sopravvissuti fotografato da Michel Slomka
il trauma degli yazidi sopravvissuti fotografato da Michel Slomka
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Annegata nella nebbia o bagnata dalla luce del sole e punteggiata di papaveri, l’imponente sagoma del monte Sinjar ritorna come leitmotiv nel lavoro fotografico di Michel Slomka sugli yazidi. Questa comunità curdofona di cinquecentomila anime, che pratica una religione sincretica antica di più di quattromila anni, ha scelto questo massiccio, ai confini nordoccidentali dell’Iraq, come sua patria. Le sue facce oggi contengono la memoria del massacro perpetrato contro di esso dallo Stato Islamico (IS) dieci anni fa.

Il 3 agosto 2014, e nei giorni successivi, decine di migliaia di yazidi hanno tentato di sfuggire agli uomini in nero prendendo la strada che porta alla vetta del massiccio. Dopo aver proclamato il loro califfato a cavallo tra Siria e Iraq, gli jihadisti hanno voluto sottomettere questa minoranza, considerata “non credente”. Più di tremila persone furono uccise, giustiziate o morirono di fame durante l’assedio della città di Sinjar. I membri dell’Isis hanno rapito seimilacinquecento persone: donne e ragazze ridotte in schiavitù sessuale, ragazzi reclutati come “cuccioli del califfato”.

Pochi mesi dopo l’uscita di Sinjar, il 13 novembre 2015, il fotografo Michel Slomka e il regista Alexe Liebert hanno iniziato il loro progetto documentario Sinjar. Nascita di fantasmi, dove fotografia e cinema si intrecciano per raccontare il trauma dei sopravvissuti yazidi. Le immagini di Michel Slomka, già raccolte in una raccolta (Charlotte Talvolta, 2017), scandiscono il racconto del documentario che presentano nelle sale dal 19 giugno. Animato da un testo letto in voce fuori campo dall’attrice franco-iraniana Golshifteh Farahani, riannoda il filo della memoria del massacro yazida.

Uno sguardo antropologico e sensibile

“È importante che le loro parole arrivino, anche se si tratta di una piccola comunità in un mondo che non è privo di conflitti e orrori, spiega Michel Slomka. La violenza dell’Isis contro gli yazidi ha assunto molteplici forme. Questo è un tentativo di genocidio o pulizia etnica del 21e secolo avendo colpito una comunità che visse ripiegata su se stessa per lunghissimo tempo. » Per il fotografo 37enne, la persecuzione di questa minoranza sparsa in Iraq e Siria è parte del lavoro che ha costruito negli anni, con uno sguardo antropologico e sensibile verso la scomparsa, le tracce e la ricostruzione della Memoria.

Il trailer del film Sinjar, nascita dei fantasmi

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