In Estonia e Lettonia i russofoni tra integrazione e sospetto

In Estonia e Lettonia i russofoni tra integrazione e sospetto
In Estonia e Lettonia i russofoni tra integrazione e sospetto
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Quando ha messo piede per la prima volta alla Mahtra Municipal School nel settembre 2021, Edgar Roditsenko ha avuto la sensazione di ritrovare se stesso In ” macchina del tempo “. Le lezioni erano impartite in russo e il metodo di lavoro degli insegnanti, spesso ultracinquantenni, “puzzava di epoca sovietica”. Incastonata tra condomini, nel quartiere russofono di Lasnamäe, a est di Tallinn, la struttura accoglie 720 studenti dalle elementari alle 3e, molti dei quali provenienti da famiglie svantaggiate. Alla fine della scuola media, una piccolissima minoranza di studenti supera l’esame di estone necessario per accedere alla scuola superiore.

Con una figura lunga e riccioli neri, Edgar Roditsenko, 36 anni, ha lasciato il posto di insegnante di storia e musica in una delle scuole più prestigiose della capitale estone per assumerne la direzione. A rischio di far arrabbiare i suoi colleghi – un terzo si è dimesso dopo un anno – ha imposto l’estone come lingua di comunicazione e ne ha reso prioritario l’insegnamento. Il giovane regista è convinto che se i suoi studenti non padroneggeranno la lingua ufficiale del paese, perderanno opportunità e non diventeranno mai parte integrante della società estone.

Edgar Roditsenko, direttore della scuola Mahtra, nel distretto russofono di Lasnamäe, a Tallinn (Estonia), 23 aprile 2024. PATRICK WACK/ STORIE DELL’INTERNO PER “THE WORLD”

Edgar Roditsenko ne sa qualcosa. Di origine ucraina, suo padre vive in Estonia da più di quarant’anni. È venuto per raggiungere una donna estone che aveva incontrato sul tram a Kharkiv (Ucraina). Avevano cinque figli. Oggi, a 75 anni, suo padre non parla ancora una parola di estone. Le sue uniche fonti di informazione sono i media russi. “Ha votato per l’indipendenza. Ha visto l’ascesa al potere del giovane Putin e le riforme da lui messe in atto. Eppure si rifiuta di credere a quello che sta succedendo in Ucraina”si lamenta suo figlio.

Arrivato per lo più durante l’occupazione sovietica, a partire dal 1940, tra le misure più controverse adottate da allora c’è l’emendamento alla legge sull’immigrazione, votata a fine 2022, dal Parlamento, a Riga: impone a tutti i titolari di un permesso di soggiorno permanente in Lettonia, dopo aver ottenuto la cittadinanza russa dopo l’indipendenza, possono richiedere nuovamente il permesso di soggiorno, come se fossero appena entrati nel paese. Dall’indipendenza dei due Stati baltici nel 1991, la loro integrazione non ha mai cessato di essere oggetto di dibattito. A seconda delle coalizioni di governo e dei rapporti con Mosca, i leader politici si sono mossi con cautela su questo campo minato, soggetto a eterne controversie che alimentano incomprensioni e diffidenze reciproche. Ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha cambiato la situazione.

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