“È improbabile che altri paesi seguano Donald Trump se ritira gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi”

“È improbabile che altri paesi seguano Donald Trump se ritira gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi”
“È improbabile che altri paesi seguano Donald Trump se ritira gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi”
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UNDopo aver evitato per anni qualsiasi riferimento alla causa principale del cambiamento climatico, i negoziatori della COP28 [réunis à Dubaï, aux Emirats arabes unis] hanno finalmente trovato un accordo nel 2023 per a “transizione dai combustibili fossili”. Questo “Consenso degli Emirati Arabi Uniti” atteso da tempo è stata la risposta collettiva al Global Stocktake, un “bilancio globale” dei progressi compiuti nell’ambito dell’Accordo di Parigi, che ha dimostrato che ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento globale di quasi 3°C [par rapport à l’ère préindustrielle]che avrebbe conseguenze disastrose.

Il Global Stocktake ha così confermato ciò che è sempre più evidente: la crisi climatica si sta aggravando ovunque. Il costo dell’inazione continua ad aumentare e la disinformazione, per quanto forte, non può mascherare questa realtà.

L’accordo di Dubai è stato accolto con comprensibile scetticismo, date le promesse non mantenute del passato. Come molti altri, ho affermato che il suo successo sarebbe dipeso dai fatti, non dalle parole.

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Allora dove siamo, un anno dopo? La buona notizia è che l’energia rinnovabile è in forte espansione e la capacità globale sta crescendo a un ritmo notevole. Il forte slancio economico rende improbabile che altri paesi seguano il presidente Donald Trump nel caso in cui ritiri gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi. Oggi i paesi sanno che la loro prosperità futura dipende dalla disponibilità di abbondante energia pulita e dalle tecnologie che la rendono possibile. La Cina si è concentrata sulla leadership nelle tecnologie verdi e ha acquisito un’ampia capacità produttiva in eccesso di cui ha bisogno per esportare. In tutto il mondo, la logica economica prevale sull’ideologia.

Mercati finanziari troppo spesso ostili

Tuttavia, per ora, le energie rinnovabili si stanno aggiungendo ai combustibili fossili, anziché sostituirli: secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, questi ultimi hanno coperto i due terzi della crescita della domanda energetica nel 2023. E anche se l’uso dei combustibili fossili è dovrebbe raggiungere il picco nel 2030, le riduzioni rimarranno troppo lente per raggiungere gli obiettivi di 1,5°C o addirittura di 2°C.

I paesi ora hanno l’opportunità di dimostrare che i loro impegni a Dubai sono sinceri. Se intendono seriamente eliminare i combustibili fossili, devono utilizzare i nuovi piani sul cambiamento climatico, previsti per il 2025, per presentare strategie concrete per arrivarci. Non si tratta di un’impresa da poco: richiede una trasformazione fondamentale dei sistemi energetici in un breve periodo di tempo.

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