“Gli europei hanno arbitrato con la massima cautela possibile”

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Davanti al Parlamento Europeo, a Strasburgo, il 24 febbraio 2023. PATRICK HERTZOG/AFP

LIl diritto internazionale è come il denaro, si basa sulla fiducia. Nessuno vuole tuffarsi nella giungla dell’illegalità. Anche in tempo di guerra. Questa è la domanda che hanno assillato gli ambasciatori dei 27 paesi presso l’Unione europea, durante i negoziati di mercoledì 8 maggio.

Se hanno aperto i negoziati sulla riduzione delle importazioni di gas GNL dalla Russia, hanno concordato soprattutto sull’utilizzo del denaro russo bloccato in Europa. Un argomento molto delicato sul quale hanno arbitrato con la massima cautela possibile. Hanno deciso che l’Europa potrebbe utilizzare gli interessi finanziari generati dai beni russi, congelati sul suo territorio dopo l’invasione dell’Ucraina, per aiutare il paese a difendersi fornendogli armi e attrezzature. Interessi, ma non capitale, la differenza principale.

Dei circa 260 miliardi di euro di asset russi immobilizzati all’estero, quasi 190 miliardi sono depositati nella società finanziaria belga Euroclear. Questa è una stanza di compensazione per le transazioni internazionali in Europa. In quanto tale, raccoglie e rimette denaro alle banche centrali di tutto il mondo. Dato che non paga più nulla ai russi, i beni congelati fruttano interessi. A partire da febbraio 2024, questi interessi, stimati in circa 3 miliardi di euro all’anno, saranno utilizzati al 90% per acquistare armi per l’Ucraina e al 10% per la ricostruzione.

Confisca

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Gli Stati Uniti spingono per la confisca totale dei beni. In aprile hanno anche approvato una legge in tal senso, come parte del pacchetto di aiuti per l’Ucraina. Gli europei non hanno voluto fare questo passo, che equivarrebbe a fare affidamento sul diritto internazionale, soprattutto in materia monetaria. Le banche centrali, abituate a scambiare continuamente valute, ne sono comunque fermamente convinte. Tale confisca rappresenterebbe una rottura nell’ordine internazionale, in un momento in cui l’Europa vorrebbe che la Russia lo rispettasse, ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea.

Più concretamente, queste istituzioni temono la perdita di fiducia dei paesi terzi. Questo è il messaggio che Indonesia e Arabia Saudita hanno recentemente inviato al G20. Gli europei temono anche misure di ritorsione sulle centinaia di miliardi di euro dei beni delle loro aziende congelati in Russia. Gli americani possiedono pochi asset russi e non hanno paura del dollaro come valuta di riserva. Anche il diritto internazionale, al quale hanno in gran parte ispirato, è il risultato di un equilibrio di poteri.

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