La guerra a Gaza è stata al centro dei vari Premi Pulitzer assegnati lunedì, questi premi annuali destinati alla stampa e alla letteratura americana che assegnano in particolare una menzione speciale ai giornalisti che si occupano del conflitto tra Israele e Hamas.
Il New York Times ha vinto un Premio Pulitzer per il giornalismo internazionale “per la sua copertura ampia e rivelatrice dell’attacco letale di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre” così come per la sua copertura “della risposta radicale e mortale delle forze armate israeliane”.
L’agenzia di stampa Reuters ha vinto un premio nella categoria fotografia di notizie per la sua copertura “cruda e immediata” dell’attacco del 7 ottobre e della ritorsione di Israele.
E una menzione speciale è stata riservata ai “giornalisti e addetti ai media che seguono la guerra a Gaza”. “Questo conflitto è costato la vita anche a poeti e scrittori”, spiega il Comitato Pulitzer, organo della Columbia University.
Premiato l’avversario russo Kara-Mourza
Questa edizione del Premio Pulitzer ha anche onorato l’oppositore russo Vladimir Kara-Mourza, detenuto “per i suoi articoli appassionati scritti a rischio della vita dalla sua cella”, evidenziando i rischi corsi dalla “dissidenza nella Russia di Vladimir Putin” e “perorando la un futuro democratico nel suo Paese”.
Collaboratore del Washington Post, Vladimir Kara-Mourza sta scontando una pena detentiva di 25 anni, condannata nell’aprile 2023 in particolare per “tradimento” e diffusione di “false informazioni”, nel mezzo della repressione delle voci critiche nei confronti di il Cremlino.
>>Leggi anche: Evgenia Kara-Murza: “Il regime utilizzerà l’attacco di Mosca per inasprire la repressione”
In evidenza anche il lavoro minorile
Sono stati riconosciuti anche i giornalisti americani che hanno indagato sul lavoro minorile dei migranti, sulle disparità razziali nel sistema giudiziario americano e sulla violenza armata.
L’autrice Jayne Anne Philipps ha vinto il premio come miglior narrativa letteraria per il suo romanzo “Night Watch”, su una madre e una figlia nell’era successiva alla Guerra Civile.
Il premio per il miglior saggio è andato a Nathan Thrall per “Un giorno nella vita di Abed Salama. Anatomia di una tragedia a Gerusalemme”.
afp/boi