un accordo con gli studenti filo-palestinesi

un accordo con gli studenti filo-palestinesi
un accordo con gli studenti filo-palestinesi
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Studenti filo-palestinesi protestano contro la guerra a Gaza fuori da un campus universitario.

Foto: KEYSTONE/AP/Mary Altaffer

La Brown University, prestigioso campus nel nord-est degli Stati Uniti, ha annunciato giovedì un accordo con i suoi studenti filo-palestinesi, il primo di questo tipo nella crisi che scuote il mondo studentesco americano per la guerra nella Striscia di Gaza.

La rettore della Brown University di Providence (Rhode Island), Christina Paxson, ha accolto con favore in un comunicato stampa lo smantellamento di un “campo” di studenti e attivisti filo-palestinesi alle 17 (23, ora svizzera) in cambio di la promessa che il consiglio di amministrazione dell’università si pronuncerà su possibili “disinvestimenti da parte di aziende che rendono possibile e traggono profitto dal genocidio di Gaza”.

Il taglio dei legami tra le grandi università private americane e i mecenati e le aziende legate a Israele rientra nelle richieste del movimento studentesco e attivista che difende la causa palestinese e si oppone alla guerra intrapresa dallo Stato ebraico contro Hamas nella Striscia di Gaza.

L’accordo con la Brown è la prima concessione concessa da un’università d’élite al movimento nazionale che si è diffuso nelle ultime due settimane in tutti gli Stati Uniti, dalla California all’ovest (Università dell’UCLA, USC… ) fino agli Stati del nord-est ( Columbia, Yale, Harvard, UPenn) passando per gli stati centrali e meridionali come Texas e Arizona. Gli studenti marroni e l’amministrazione dovranno ancora discutere i contorni dell’accordo da maggio a ottobre.

Secondo un giornalista dell’AFPTV, nel campo i manifestanti saltavano di gioia e si abbracciavano cantando.

Le manifestazioni nei campus americani hanno riacceso negli Stati Uniti il ​​dibattito teso dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza tra libertà di espressione, diritti costituzionali e accuse di antisemitismo e antisionismo.

Il presidente di Brown ha riconosciuto che “la distruzione e la perdita di vite umane in Medio Oriente ha portato molti (studenti) a chiedere un cambiamento significativo”.

Il leader dell’università, due dei cui colleghi di Harvard e UPenn hanno dovuto dimettersi quest’inverno per commenti ritenuti ambigui davanti al Congresso degli Stati Uniti sulla lotta all’antisemitismo, ha denunciato anche “l’escalation della retorica incendiaria (…) e le crescenti tensioni nei campus di tutto il paese.

/ATS

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