Nel pieno della campagna presidenziale, un candidato posa e distribuisce una foto di famiglia… che non è sua

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Le elezioni presidenziali americane si avvicinano rapidamente. l’opportunità di fare un rapido tour dei fatti insoliti di questa campagna.

Foto di famiglia

Nell’ambito della sua campagna per il Congresso degli Stati Uniti, questa settimana un candidato della Virginia ha pubblicato online una foto di se stesso in posa con la moglie e tre figli.

Ma per un colpo di scena, questo scatto che potrebbe passare per una perfetta foto di famiglia è stato in realtà una messa in scena. Secondo il New York Times, moglie e figli appartengono alla famiglia di un amico di lunga data.

La squadra elettorale, da parte sua, ha reagito dicendo che la foto mostrava semplicemente il candidato con gli elettori.

Il “quasi” scontro presidenziale

Divenuta portavoce dei conservatori americani contrari a Donald Trump, la repubblicana Liz Cheney ha accompagnato la democratica Kamala Harris a un incontro questa settimana.

Ha confermato in particolare che voterà per la vicepresidenza a novembre, pur criticando l’attuale leader del suo partito.

“Ero repubblicano, anche prima che Donald Trump iniziasse ad autoabbronzarsi”, ha scherzato il parlamentare, facendo eco ai ripetuti attacchi dei democratici alla carnagione “arancione” del miliardario.

In risposta, Donald Trump si è scagliato contro il suo Truth Social network definendo il repubblicano “patetico” con un “QI basso”.

250.000 dollari

Un’intervista a Melania Trump… costa!

La CNN ha rivelato questa settimana che durante le discussioni con il team dell’ex First Lady come parte della pubblicazione delle sue memorie, la sua casa editrice avrebbe richiesto 250.000 dollari dal canale per condurre un’intervista.

Una cifra che la CNN si è rifiutata di pagare. La casa editrice, dal canto suo, si è difesa accusando “cattiva comunicazione interna”.

“Andouille”

Durante il dibattito tra i candidati alla corsa di Kamala Harris e Donald Trump, il democratico Tim Walz ha ammesso di essersi sbagliato sulla data di uno dei suoi viaggi a Hong Kong nel 1989.

I repubblicani lo avevano infatti accusato di aver cercato di mettersi in scena durante il movimento democratico di Tiananmen, represso nel sangue.

“Mi sono espresso male”, ha ammesso il democratico, aggiungendo: “A volte posso essere un idiota”.

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