La Francia avvierebbe una resa dei conti con l’Algeria

La Francia avvierebbe una resa dei conti con l’Algeria
La Francia avvierebbe una resa dei conti con l’Algeria
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Di fronte al basso tasso di esecuzione degli obblighi di abbandono del territorio francese (OQTF) nei confronti dei cittadini algerini, la Francia sta esplorando nuove strade per migliorare questa situazione. Xavier Driencourt, ex ambasciatore francese ad Algeri, propone diverse misure volte a superare i blocchi diplomatici tra Parigi e Algeri, in un contesto di tensioni persistenti dopo l’ultima crisi bilaterale.

Di fronte alla cattiva esecuzione degli obblighi di abbandono del territorio francese (OQTF), in particolare per i cittadini algerini, con un tasso di esecuzione di circa il 7%, Xavier Driencourt, ex ambasciatore francese in Algeria, ha avanzato, in un articolo su Figarosette strade per porre rimedio a questa situazione, particolarmente tesa dopo gli ultimi attriti diplomatici tra Parigi e Algeri.

Prima di tuttoDriencourt suggerisce che il governo francese mandi un segnale chiaro all’Algeria imponendo il congelamento dei visti diplomatici per un periodo di tre mesi. Si basa sull’esempio del 2021-2022, quando i ministri degli Esteri francesi sospesero la concessione dei visti, in particolare ai titolari di passaporti diplomatici, per fare pressione su Algeri affinché ottenesse più lasciapassare consolari necessari per l’espulsione dei cittadini algerini in un situazione irregolare.

In secondo luogoDriencourt chiede una revisione degli accordi franco-algerini del 1968, che accordano agli algerini vantaggi particolari in termini di soggiorno e di installazione in Francia. Questi accordi, percepiti come antiquati e inadatti alla situazione attuale, consentono ai cittadini algerini di accedere a diritti di cui le altre nazionalità non beneficiano. Il signor Driencourt raccomanda di abrogarli per porre fine a questa situazione ritenuta ineguale.

In terzo luogoritiene che la Francia disponga di mezzi di pressione sull’Algeria che non utilizza sufficientemente, soprattutto in termini di relazioni migratorie. Raccomanda di non cedere ai blocchi di Algeri e di inasprire i negoziati utilizzando misure graduali, come la riduzione di alcune misure bilaterali.

Quartodeplora la mancanza di reciprocità nelle transazioni finanziarie tra i due paesi. Gli algerini con visto francese possono trasferire fondi liberamente, mentre i francesi in Algeria sono soggetti a restrizioni significative. Driencourt suggerisce di riesaminare la questione, considerando l’implementazione di limitazioni simili per gli algerini in Francia.

Quintocritica l’apertura di ulteriori consolati algerini in Francia, in particolare a Rouen e Melun, senza che sia richiesto un compenso ad Algeri. Egli auspica una revisione di questa cooperazione consolare, condizionando il proseguimento di queste aperture all’impegno algerino per la creazione di nuovi consolati francesi in Algeria.

SestoDriencourt propone di rivedere la strategia francese nei confronti della moschea di Parigi, il cui rettore è nominato direttamente dall’Algeria. Egli suggerisce che questa istituzione, sotto influenza straniera, gioca un ruolo troppo importante nei negoziati bilaterali tra Parigi e Algeri, e che la Francia dovrebbe porre fine a questa forma di ingerenza.

Finalmentel’ex diplomatico chiede un cambiamento profondo nelle relazioni franco-algerine, sostenendo una politica più ferma e chiara da parte della Francia per porre fine agli ostacoli che persistono, nonostante i ripetuti tentativi di trovare soluzioni. Per Driencourt, solo un approccio determinato e rigoroso consentirà di migliorare significativamente l’esecuzione degli OQTF.

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