L’Ecuador sta perdendo circa 72 milioni di dollari al giorno a causa delle interruzioni di corrente causate da un grande deficit idroelettrico legato alla siccità, ha detto mercoledì il ministro dell’Energia Roberto Luque.
Le perdite ammontano a “circa 12 milioni di dollari all’ora senza elettricità, ovvero circa 72 milioni di dollari al giorno”, ha detto Luque in una conferenza stampa.
Si tratta di un impatto “considerevole” per il Paese sudamericano che registra livelli storicamente bassi di acqua nei suoi bacini idrici dopo una siccità che imperversa da marzo.
La scorsa settimana le interruzioni sono durate fino a 13 ore al giorno, ma dopo le piogge si sono ridotte a circa sei ore al giorno.
Il presidente Daniel Noboa ha ordinato due giorni liberi giovedì e venerdì scorsi per razionare l’elettricità.
Il potere è stato ripristinato normalmente solo domenica, quando in Ecuador si è tenuto un referendum per inasprire le condanne ai criminali e per autorizzare l’estradizione degli ecuadoriani legati alla criminalità organizzata.
Il governo attribuisce il problema energetico non solo a “circostanze ambientali”, ma anche ad “atti di corruzione e negligenza senza precedenti” nel settore elettrico.
I bacini idrici di Mazar, il più grande, e quello di Paute, entrambi situati nelle Ande meridionali, hanno raggiunto “condizioni critiche”.
Allo stesso modo, il flusso del grande impianto idroelettrico Coca Codo Sinclair, nel nord dell’Amazzonia, che fornisce il 30% del fabbisogno nazionale e genera 1.500 MW di elettricità, soffre di un deficit del 60% rispetto alla sua media storica.
Fattore aggravante, la Colombia ha smesso di esportare energia verso l’Ecuador a metà aprile per far fronte ai propri problemi energetici legati a una grave siccità nel Paese legata al fenomeno El Niño.
