Un tribunale di Ho Chi Minh City, nel sud del Vietnam, ha condannato giovedì il capo di un’importante azienda di bevande analcoliche a otto anni di prigione, nel contesto di una crescente caccia alla corruzione e alla frode nel paese.
Tran Qui Thanh, 71 anni, è stato giudicato colpevole di aver organizzato una truffa creditizia del valore di circa 40 milioni di dollari (36,5 milioni di franchi), tra gennaio 2019 e novembre 2020.
“Gli imputati erano ben consapevoli che il loro comportamento sarebbe stato punito dalla legge, ma hanno deliberatamente commesso il loro crimine”, ha detto il giudice Huynh Van Truc durante la lettura del verdetto.
Allo stesso reato di “abuso di credito per appropriazione di beni” sono state condannate, con pene più leggere, anche le due figlie del principale imputato, capo del gruppo Tan Hiep Phat.
Il signor Tran e i suoi complici avevano messo a punto uno schema fraudolento che permetteva loro di mantenere la garanzia depositata dalle persone che avevano preso in prestito denaro da loro, una volta rimborsato il credito.
Il gruppo Tan Hiep Phat vende i suoi prodotti – acqua, tè verde, latte di soia, bevande energetiche – in Vietnam e in 16 paesi stranieri, secondo il suo sito web.
Dal 2021 il regime comunista sta orchestrando una vasta epurazione anti-corruzione, che ha catturato nella sua rete più di 4.400 persone, tra cui leader politici e imprenditori.
Nella più clamorosa, il direttore di un colosso immobiliare, Truong My Lan, è stato condannato a morte per aver sottratto più di 25 miliardi di euro all’inizio di aprile.
Circa 85 altri imputati sono stati condannati in questo processo XXL, che ha messo in luce la porosità degli ambienti politici, bancari ed economici.
A marzo, un tribunale di Hanoi ha condannato il magnate immobiliare Do Anh Dung a otto anni di prigione per aver frodato migliaia di investitori in una truffa obbligazionaria stimata in 355 milioni di dollari.
