Gli Stati Uniti spingono TikTok verso l’uscita

Gli Stati Uniti spingono TikTok verso l’uscita
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Mike Johnson, presidente della Camera dei rappresentanti, risponde alle domande della stampa americana, il 20 aprile.
DREW RABBIA/AFP

Martedì sera il Senato americano ha votato a favore della vendita del social network entro un anno, pena l’interdizione dal Paese.

Questo è un duro colpo appena inferto a TikTok. Il Senato degli Stati Uniti ha votato martedì 23 aprile a favore della vendita del social network negli Stati Uniti. La strada è ormai spianata per il presidente Joe Biden, che dovrebbe firmare il testo e promulgare la legge questo mercoledì. Il gruppo cinese ByteDance, società madre di TikTok, avrà poi quasi un anno per vendere il social network ai giocatori americani. Se l’ultimatum non verrà rispettato, TikTok verrà bannato dagli application store, e quindi bandito in un Paese dove conta 170 milioni di utenti, tra cui quasi due terzi dei teenager americani.

Una vittoria per tutti gli oppositori di TikTok che da diversi anni lo accusano di compromettere la sicurezza nazionale consentendo a Pechino di accedere ai dati degli utenti americani. Ciò che il social network ha sempre smentito con forza. Questi sospetti hanno portato l’amministrazione Biden più di un anno fa a bandire TikTok dall’apparato governativo. Nel frattempo il social network ha subito anche l’ira della classe politica e dell’opinione pubblica per aver reso “addicted” una parte della gioventù americana. Ciò ha portato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, a essere intervistato due volte dal Congresso americano.

Questo voto espresso del Senato è arrivato appena tre giorni dopo il via libera della Camera dei Rappresentanti con 360 voti favorevoli e 58 contrari. Il disegno di legge anti-TikTok faceva infatti parte di un importante piano di aiuti militari dell’amministrazione Biden a Israele, Ucraina e Taiwan per un totale di 95 miliardi di dollari. Una tempistica che si spiega con l’urgenza della situazione in Israele come in Ucraina, che ha accelerato l’esame del testo. L’idea di includere questo disegno di legge anti-TikTok in un pacchetto di politica estera è venuta dal presidente repubblicano della Camera dei rappresentanti, il trumpista Mike Johnson, che lo ha visto come un modo per raccogliere voti più conservatori a favore del piano.

TikTok colto di sorpresa

Una prima versione di questo testo era già stata approvata all’unanimità dai rappresentanti a metà marzo, cogliendo di sorpresa ByteDance. Ma l’ipotesi di un voto positivo al Senato sembrava incerta a causa della mancanza di consenso su questo tema in campo democratico e repubblicano. Gli oppositori hanno minacciato di invocare la libertà di espressione sancita dal Primo Emendamento della Costituzione per bloccarne il testo.

La nuova versione del testo votato stasera, più consensuale, dà a ByteDance quasi un anno per tagliare i legami con TikTok, rispetto a sei mesi prima. Si tratta in realtà di un periodo di nove mesi, con la possibilità per il presidente americano di prorogarlo (una sola volta) di 90 giorni. Un momento più realistico per concludere la vendita dell’azienda, secondo diversi oppositori della prima versione del disegno di legge.

Tuttavia, questo trasferimento rimane incerto. ByteDance ha più volte avvertito che si opporrebbe ad una vendita forzata. Per il gruppo cinese questo disegno di legge equivale quindi a un divieto assoluto di TikTok negli Stati Uniti. ByteDance vede questo come solo un altro episodio nella battaglia tra Cina e Stati Uniti. Dovrebbe immediatamente impugnare questa decisione in tribunale. Anche i creatori di contenuti, il cui reddito dipende dalla piattaforma, potrebbero impugnare la decisione in tribunale.

Per completare la vendita, resta anche da trovare acquirenti disposti a pagare almeno 100 miliardi di dollari per acquisire la filiale di ByteDance, che lo scorso anno ha raggiunto un fatturato di 16 miliardi di dollari. Non ci sono molti candidati in questa fase. Oltre a Bobby Kotick, l’ex capo dell’editore di videogiochi Activision, che avrebbe presentato l’idea di un’offerta congiunta soprattutto al CEO di OpenAI Sam Altman, e l’ex segretario di Stato al Tesoro Steven Mnuchin, che secondo quanto riferito nel processo di costituzione di un pool di investitori, non è trapelato il nome di nessun altro corteggiatore.

Il fallimento di Trump di fronte a TikTok

Sebbene permangano molte incognite sull’esito di questa questione, questo voto rimane comunque il primo negli Stati Uniti. Quattro anni fa anche Donald Trump voleva vietare TikTok, a meno che il social network cinese non fosse venduto a un’azienda americana. Si era addirittura presa in considerazione una vendita a Microsoft o Oracle. Ma ha scelto di approvare diversi decreti presidenziali che sono stati annullati da due giudici federali di giurisdizioni separate, a settembre e dicembre 2020. Alla fine, Joe Biden – che da allora è succeduto a Trump – non ha contestato queste decisioni. Poi il Montana, che è stato il primo stato a mettere fuorilegge TikTok nel maggio 2023, è stato finalmente respinto.

Se il divieto dovesse concretizzarsi, gli Stati Uniti seguirebbero le orme di altri paesi che hanno già vietato TikTok, tra cui India (2020), Pakistan e Afghanistan.

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