un nuovo errore che arriva in un brutto momento – L’Express

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Un altro errore. Affermando, sabato 5 ottobre, che la “priorità” adesso è quella di smettere di “consegnare armi [à Israël] per guidare i combattimenti su Gaza”, per ritornare ad una “soluzione politica”, Emmanuel Macron ha acceso un fuoco diplomatico, in un momento particolarmente sfortunato – due giorni prima dell’anniversario dei massacri del 7 ottobre. “Vergogna!”, non sorprende, ha risposto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo il quale “tutti i paesi civili dovrebbero schierarsi fermamente al fianco di Israele”.

Il ministro francese degli Affari esteri, Jean-Noël Barrot, ha ricordato questo lunedì 7 ottobre, nel corso di una cerimonia di tributo sul luogo del festival musicale Nova, dove 370 persone furono uccise un anno fa da Hamas, che “la Francia è immancabilmente attaccata” per la sicurezza di Israele, questa uscita macroniana non è la prima nel suo genere a suscitare incomprensioni, tutt’altro.

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“La crisi di Gaza è stata gestita male fin dall’inizio, deplora Bertrand Besancenot, ex ambasciatore in Qatar e Arabia Saudita. In primo luogo, il presidente Emmanuel Macron non si è recato immediatamente in Israele dopo il 7 ottobre 2023. E quando si è recato lì, ha rilasciato una dichiarazione in merito. la necessità di creare una coalizione internazionale contro Hamas, cosa che è stata mal interpretata in tutte le capitali arabe. Ciò ha infatti dato la sensazione che chiedessimo alla comunità internazionale di agire “associando gli attacchi a Gaza: è stato molto maldestro”.

Tempismo particolarmente pessimo

Più recentemente, il 19 settembre, dopo le esplosioni dei cercapersone di Hezbollah attribuite a Israele, un video del presidente francese, trasmesso in Libano attraverso i social network, rendeva omaggio alle “vittime civili e ai parenti del defunto”, senza citare le milizie filo-iraniane. e il pericolo che rappresenta. La “svista” sarà riparata solo… otto giorni dopo dall’Eliseo: “Sì, condanniamo gli attacchi e le azioni di Hezbollah. No, il Libano non deve diventare la nuova Gaza”.

La sequenza di questo fine settimana è altrettanto sfortunata, anche se Emmanuel Macron non ha torto, quando afferma che “non si lotta contro il terrorismo e contro i terroristi sacrificando una popolazione civile”. Non solo la Francia ulcera Israele, ma rischia di offendere gli americani, che sono tuttavia essenziali in Medio Oriente. In effetti, poiché la Francia non consegnava allo Stato ebraico l’equipaggiamento militare utilizzato a Gaza, Macron stava essenzialmente prendendo di mira il presidente americano Joe Biden, il principale fornitore di armi di Tel Aviv. Difficile da comprendere, proprio nel momento in cui Parigi e Washington cercano insieme di trovare una via d’uscita dalla crisi.

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“È una stranezza che rivela ancora una volta che non esiste una vera strategia, in un momento in cui l’iniziativa franco-americana al Consiglio di Sicurezza dell’ONU [appelant le 25 septembre à un cessez-le-feu au Liban] potrebbe far pensare che la Francia stia riconquistando una certa rilevanza”, si rammarica un ex diplomatico, che ricorda che nel 2006 fu un documento franco-americano a porre fine alla guerra tra Israele e Hezbollah. E aggiunge: “La Francia non deve perdere la sua libertà di linguaggio, ma deve farlo al momento opportuno, quando è utile e se ne vede il senso, e qui non è così”.

Dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, anche se Parigi rivendica una posizione di equilibrio, le oscillazioni dell’Eliseo creano un’impressione di confusione che non fa altro che indebolire la voce della Francia. Al punto che Emmanuel Macron a volte dà l’impressione di improvvisare quando, su questo tema, ogni parola conta. “Non dobbiamo farci illusioni, la Francia non può avere un peso da sola. Dobbiamo stare molto attenti a giocare di coalizione in questa materia, con i paesi europei e arabi capaci di spingere per soluzioni ragionevoli, ma anche con gli Stati Uniti”, continua l’ex diplomatico. L’unico modo per la Francia di riconquistare influenza in Medio Oriente.

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