“Mini mini mini”, di Jacques Dutronc o KMFDM? – Liberazione

“Mini mini mini”, di Jacques Dutronc o KMFDM? – Liberazione
“Mini mini mini”, di Jacques Dutronc o KMFDM? – Liberazione
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La vita di una canzone e le sue riscritture a volte sorprendenti.

Jacques Dutronc (1966)

Proprio come quelli di Henri Salvador, Nino Ferrer o dell’indescrivibile Pierre Perret, il repertorio di Jacques Dutronc è diviso (piuttosto tagliato in due) tra pelosità ed emozioni. Questa canzone giocosa fa ovviamente parte della prima categoria. Scritto dal suo miglior complice di scrittura, l’essenziale Jacques Lanzmann, descrive perfettamente la sua epoca in cui la minigonna immaginata dalla stilista inglese Mary Quant invadeva le nostre strade che vedono anche (beh soprattutto dal lato di Saint-Tropez, dependance preferita della capitale) la moltiplicazione di un divertente veicolo chiamato Mini Moke. Una sorta di piccola Jeep su cui gli appassionati di minigonna adorano viaggiare. La più famosa è Brigitte Bardot.

KMFDM (2005)

Se dovessimo stilare un elenco delle cover più incongrue, questa versione del successo di Dutronc dei veterani dell’industrial metal tedesco sarebbe sicuramente sul podio. Su uno sfondo di beat plumbei e chitarre uscite dalle fucine dei Vulcain, il leader polistrumentista Sascha Konietzko erutta il testo in un francese quasi perfetto con intonazioni guignol piuttosto grandiose. Questa cover burlesque può essere intesa come un cenno alle origini parigine del gruppo. La prima apparizione ufficiale dei KMFDM risale al 29 febbraio 1984 al Grand Palais dove, per accompagnare “musicalmente” un’esibizione, l’assolo di Konietzko provoca un caos sonoro a base di aspirapolvere, sintetizzatori rotti e bassi enormi. Un diluvio sonoro che arriva al punto di far cadere alcune finestre della struttura. Un vero disastro.

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