la rabbia dei ribelli dopo la bocciatura della procedura di impeachment di Macron

la rabbia dei ribelli dopo la bocciatura della procedura di impeachment di Macron
la rabbia dei ribelli dopo la bocciatura della procedura di impeachment di Macron
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L’esito del voto in commissione legge sull’impeachment di Emmanuel Macron era scontato, ma i ribelli hanno approfittato della bocciatura della procedura per attaccare i socialisti sui social network. E per rimarcare una “alleanza ufficiale” tra Marine Le Pen e i macronisti.

Nessuno ci credeva davvero. Nella migliore delle ipotesi, alcuni fingevano. La procedura per la destituzione di Emmanuel Macron è stata, come previsto, incastrata nel muro della realtà delle forze dell’Assemblea nazionale: è stata respinta dalla commissione legislativa a larghissima maggioranza. 15 voti piccoli a favore e 54 voti contrari. Non sarà quindi oggetto dello studio del Parlamento. Benché attesa con ansia, la battuta d’arresto dei ribelli non ha mancato di suscitare la loro indignazione.

Il PS nel mirino di Mélenchon

I ribelli, che da diverse settimane giurano per la destituzione del presidente della Repubblica “inadempimento dei suoi compiti manifestamente incompatibile con l’esercizio del suo mandato” fosse possibile, si sono uniti nel loro voto favorevole i Verdi e il gruppo parlamentare della DDR (Sinistra democratica e repubblicana), ma non i socialisti, come avevano annunciato.

E il leader ribelle non ha mancato di sottolinearlo sul suo account X (ex Twitter), avvicinandoli astutamente allo schieramento presidenziale: “Ribelli, la DDR e i Verdi hanno votato a favore della mozione per mettere sotto accusa Macron. RN, LR, Macronisti e PS hanno votato contro. La mozione deve passare entro 13 giorni in seduta plenaria dell’Assemblea Nazionale. Il colpo di stato di Macron non ha ancora l’ultima parola. » Infatti, indipendentemente dal voto della commissione legislativa, la conferenza dei presidenti dell’Assemblea nazionale, con una maggioranza di sinistra, può ancora decidere se il testo sarà sottoposto o meno all’esame in sessione plenaria.

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Durante l’esame della proposta in commissione di legge, il socialista Hervé Saulignac ha spiegato la posizione del gruppo parlamentare da lui rappresentato, sostenendo che “Il presidente ha maltrattato le nostre istituzioni”ma questo “non costituisce una violazione dei doveri”.

Un buon modo per puntare il dito contro la Marina Militare

Ma il voto che le truppe ribelli hanno particolarmente evidenziato, con la loro consueta sincronia, è quello della loro nemesi all’opposizione, il Raggruppamento Nazionale. Come Clémence Guetté, che poco dopo la fine delle votazioni ha twittato che il voto contrario dimostrava la vicinanza tra Macronie e le truppe di Marine Le Pen: “La RN non ha votato a favore della mozione di licenziamento di Emmanuel Macron in commissione legge. Chi può ancora credere che essi siano altro che gli alleati di Macronia? »

La sua collega Alma Dufour, che ha twittato pochi minuti prima di lei, ha ripreso lo stesso argomento e la stessa foto decontestualizzata del Presidente della Repubblica che stringe la mano a Marine Le Pen. “Cadono le maschere e l’alleanza RN/Macron diventa ufficiale. Marine Le Pen è l’ancora di salvezza del governo Barnier-Macron. »

Foto di gruppo

Troviamo esattamente la stessa terminologia nel deputato Thomas Portes, che lo spiega anche “L’alleanza RN/Macron diventa ufficiale”aggiungendo ancora il suo piccolo tocco personale: “Sono zerbini. » Tocca poi ad Antoine Léaument, mai l’ultimo a twittare, utilizzando la formulazione del collega: “Ecco gli zerbini di Macron all’opera! La RN annuncia che voterà contro il licenziamento di Macron. Fatelo sapere! »

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Questo voto del RN sarebbe quindi, secondo la comunicazione ribelle, la prova dell’effettiva alleanza tra il RN e gli alleati presidenziali. Applicheranno la stessa logica quando si rifiuteranno di abrogare la riforma pensionistica di Emmanuel Macron, il 31 ottobre, durante la nicchia parlamentare del Raggruppamento Nazionale?

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