Una questione di donne firma la seconda collaborazione, undici anni dopo l’adattamento della notizia Violette Nozieredi Claude Chabrol con la sua nuova attrice preferita (dopo Stéphane Audran): Isabelle Huppert. Il cineasta, segnato come tutta la sua generazione dalla Seconda Guerra Mondiale, e i cui due genitori furono grandi personaggi della Resistenza, si è appassionato a un libro, firmato dall’avvocato Francis Szpiner, che rivisita la storia vera di Maria Luisa Giraudun “creatore di angeli” ghigliottinato dal regime di Vichy nel 1943. Con la sua co-sceneggiatrice Colo Tavernier (ex moglie del defunto cineasta lionese), adatta questo libro sul grande schermo, per descrivere gli anni bui del pétainismo, e denunciare il totalitarismo che schiaccia ogni individuo che non si conforma alle regole imposte. Il lungometraggio sarà trasmesso venerdì 17 gennaio 2025 alle 21:05 su France 5.
La vicenda delle donne
Nel film Marie-Louise è Marie Latour, interpretata da Isabelle Huppert, a ricevere la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla Mostra del Cinema di Venezia. Con il marito (François Cluzet, nel suo primo ruolo importante) prigioniero in Germania, Marie deve riuscire a sopravvivere e nutrire i loro due figli nella Parigi occupata. Un giorno, un vicino la pregò di aiutarla ad abortire. Successivamente altre donne, avendo sentito parlare delle sue “capacità”, le chiesero di “superare” una gravidanza indesiderata. Sono tante le richieste in questi tempi di guerra. Con questa attività clandestina retribuita, Marie non deve più preoccuparsi né dei suoi figli né di se stessa. La sua vita cambia, diventa spensierata. Questo non piace a suo marito, che torna dalla Germania sfregiato e sminuito…
Ghigliottinato per esempio
La vera Marie-Louise Giraud viveva a Cherbourg, in Normandia, quando alla capitolazione della Francia, suo marito tornò ferito e non più in grado di lavorare. La famiglia stava lottando per far quadrare i conti quando tutto cambiò un giorno d’estate del 1940. Dopo aver aiutato una vicina che stava cercando di abortire, Marie-Louise ricevette da lei un grammofono come ringraziamento. Vedendo l’opportunità di guadagnare denaro, offrì i suoi servizi a tutte le donne in gravidanza, adulterina o meno. In due anni, Marie-Louise avrebbe eseguito ventisette aborti clandestini, un gran numero su prostitute dalle quali aveva affittato stanze. Nel febbraio 1942, il regime di Vichy, il cui motto era “Lavoro, Famiglia, Patria”, diede all’aborto un nuovo status: da “reato” si passò a “crimine contro la sicurezza dello Stato”. Da quel momento in poi, qualsiasi “creatore di angeli” avrebbe rischiato la pena di morte. Marie-Louise Giraud fu denunciata, mediante una lettera anonima, nell’ottobre del 1942. Il 30 luglio 1943, dopo alcuni mesi di prigione e un rapido processo davanti a un tribunale speciale, Marie-Louise, divenuta il simbolo della moralità della depravazione, della minaccia contro l’ordine sociale, fu ghigliottinata. Solo la grazia avrebbe potuto salvarla, ma il maresciallo Pétain la respinse.