L'interesse di Robert Eggers nel creare a remake Di “Nosferatu”un adattamento “non autorizzato e non ufficiale” del 'Dracula' di Bram Stoker. Sono l'uno per l'altro. E come previsto, aspettare o pretendere il risultato è una bella esperienza… anche a livello cinematografico, come potrebbe essere il film originale del 1922; e possono anche essere'La strega'o'Il faro' dello stesso Eggers, un regista contemporaneo impegnato nel passato.
Un regista con un occhio squisito per il visivo e l'ornamentale, che è il suo “Nosferatu” un'autentica festa dei sensi che ha la stessa capacità dello stesso Orlok di farci suoi, davanti a un grande schermo cinematografico e intrappolati nelle nostre rispettive teste. Una fiaba psicosessuale oscura e da incubo avvolta in una retorica macabra densa e poetica, tanto ipnotica e affascinante quanto minacciosa e cupa.
Anche qualcosa di imperfetto e imposto, perché non smette di essere a remakeè ancora “Dracula”; È ancora una storia ben nota raccontata in un modo così squisito… oltre che familiare. Anche se, come ad esempio quelli di 'lasciami entrare'o'Millennio', sia che si tratti di a remake in termini generali narrativamente, tecnicamente e anche spiritualmente molto superiore; Non invano sono trascorsi più di 100 anni da allora “Nosferatu” originale.
Questo ALTRO remake È ancora una lettera d'amore elaborata, rispettosa e fedele all'originale, nonché un tributo reverenziale al terrore primordiale. Anche se, come quello diretto nel 2011 da David Fincher, è grandioso remake…oppure un nuovo adattamento dalla personalità molto marcata che si sovrappone e si impone all'originale. Naturalmente, Fincher (e nemmeno Matt Reeves) non avevano davanti a sé un classico centenario (leggenda e influenza).
L'interesse di Robert Eggers nel creare a remake Di “Nosferatu”un adattamento “non autorizzato e non ufficiale” del 'Dracula'…di Francis Ford Coppola.
La sua versione è un approccio straordinario e travolgente a una storia operistica e criptica, folcloristica e onirica, gotica e romantica che sembra “quasi” nuova. Questo è quasi ciò che offusca un po' l'insieme altrimenti clamoroso, e lo fa anche finire per diventare un po' stancante alla fine. Ed è ancora come se la novità del tuo gruppo preferito, dopo anni di attesa, fosse un album di versioni dei loro classici che hai ascoltato per tutta la vita.
Di Juan Pairet Iglesias
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