“’Libero’ è un cammino nel cuore dell’uomo”

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Per dom Jean Pateau, padre-abate dell’abbazia di Fontgombault, Libres, nelle sale dal 2 ottobre, è più che l’ennesimo documentario sulla vita monastica. Questo film è chiamato a “raggiungere il cuore di ogni uomo attraverso la testimonianza di queste vite donate”, assicura Aleteia.

In occasione dell’uscita nelle sale il 2 ottobre del film documentario spagnolo gratuitoAleteia ha incontrato Dom Jean Pateau, padre-abate dell’abbazia di Fontgombault (Indre), che ha partecipato alla traduzione della versione originale sottotitolata del lungometraggio. Per il benedettino questo film è un’occasione per ogni uomo di porsi la questione della ricerca di Dio, come cammino verso la libertà e la felicità.

Aleteia: Cosa ne pensi del film?
Dom Jean Pateau:
È stato presentato come un film sulla vita monastica. Avendolo visto più volte – almeno sette o otto – non credo. Innanzitutto perché mancano cose riguardo alla vita fraterna, alla vita liturgica e anche alla questione dell’obbedienza. Questi punti essenziali della vita monastica sono raramente presenti. Poi, e lo vedo sempre di più, questo film è un percorso nel cuore dell’uomo, di ogni uomo. Risponde alle domande che tutti possono porsi. Ma quella che qui viene riportata è la risposta dei monaci. Ci si potrebbe chiedere perché. Bene, perché i monaci sono persone che si prendono il tempo per porre le domande giuste e rispondere. Questo film può davvero aiutare le persone in cammino a riflettere su alcune domande esistenziali come il senso della vita, la morte, la sofferenza e la ricerca di Dio.

Non è un film di propaganda per portare la gente in un monastero, ma per toccare il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo.

Perché pensi che alcuni aspetti della vita monastica non siano affrontati o siano poco affrontati?
Il film è diviso in tre capitoli: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Questa non è una presentazione della vita monastica! La Via è Cristo, la Verità è l’incontro con Dio che è Dio, e la Vita è vita attuale ma anche vita eterna! Siamo quindi in una prospettiva completamente diversa. Durante la presentazione del film a Roma, il regista ha spiegato che dopo aver scoperto la vita monastica, ha voluto fare qualcosa per cercare di toccare il cuore dei suoi amici lontani dal cristianesimo. Non è un film di propaganda per portare la gente in un monastero, ma per toccare il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo. Il primo titolo del film scelto è stato “Vado altrove“, “Condurli negli abissi”: questa era l’idea del percorso. E poi il titolo è cambiato perché si sono resi conto che il termine più presente nel film era quello di libertà. Quindi è un percorso che porta alla vera libertà. Quella di avere tutto per poter cercare Dio. È una rinuncia che permette un incontro.

In questi giorni si assiste ad un vero e proprio risveglio dell’interesse per la vita monastica, che attrae e affascina anche oltre la sfera dei credenti. Qual è questa risposta che i monaci possono dare a tutti?
È Dio, un Dio incarnato, che ci viene incontro in un volto umano, quello di Cristo, un Dio che soffre anche lui. Non siamo in qualcosa di totalmente idealistico, anzi è completamente incarnato. Le persone fanno domande e i monaci hanno una risposta da dare alle domande del nostro tempo. Dice sant’Agostino: “Ci hai fatti Signore per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. Non occorre essere cattolici per accorgersi che il nostro cuore non riposa sufficientemente dentro di noi, che sorgono domande alle quali noi stessi non abbiamo risposta. Molte persone si trovano in questa situazione e potrebbero dire che forse Dio è quella risposta.

Nella nostra vita a volte estenuante, quale consiglio può dare un monaco per essere più libero?
Prenditi il ​​tempo per farti la domanda. Fondamentalmente, ciò che fa il monaco è lasciare il mondo per darsi l’opportunità di dedicarsi a questa ricerca. Devi prenderti il ​​tuo tempo per incontrare Dio, per cercarlo. Il monastero è un luogo organizzato per favorire questo incontro con il Signore. Questo film può incoraggiare le persone a prendersi il tempo necessario per avere un incontro con Dio, per rendersi conto che voler incontrare il Signore richiede rinuncia, ascolto. gratuito fornisce esempi di cosa significa prendersi del tempo. Può essere un momento di silenzio, di ascolto di una parola, di richiesta a Dio di manifestarsi, cioè di avvio di dialogo. Il film è molto bello per questo, pone le domande essenziali e i monaci hanno questa capacità di saper dare risposte umane.

Pratico

gratuitodi Santos Blanco, 1h44, nelle sale dal 2 ottobre.

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