Il film Pochi giorni non più con Camille Cottin, nuova vittima dell’ambito fascista

Il film Pochi giorni non più con Camille Cottin, nuova vittima dell’ambito fascista
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Prendiamo lo stesso e ricominciamo. Dopo Amin di Philippe Faucon nel 2016, Rodeo di Lola Quivoron e Gli Impegnati da Émilie Frèche nel 2022, I mascalzoni di Jimmy Laporal Trésor, La mia Francia per me di Benoît Cohen e Prima che le fiamme si spengano di Mehdi Fikri l’anno scorso, l’ambiente fascista ha preso di mira ancora una volta un film francese, quello di Julie Navarro, Pochi giorni non di piùnelle sale dal 3 aprile, dove Benjamin Biolay accetta di ospitare un migrante afghano per ingraziarsi Camille Cottin, ex avvocato convertitosi a capo dell’associazione Solidarité Exilés, da lui bramato.

Non è ovviamente della qualità del film ad essere messa in discussione nei commenti odiosi e razzisti degli internauti di estrema destra – che hanno organizzato raid per vedere il film senza averlo visto sotto il trailer pubblicato su Facebook e sul sito del film – ma il suo tema, quello dell’accoglienza dei migranti. “Qualcosa di pro-migranti. Disgustoso”, “Prima i francesi”, “Aiutiamo innanzitutto i nostri francesi e i migranti lasciandoli sulla loro barca galleggiante”possiamo leggere nei messaggi rivolti al film.

Le critiche sono poi proseguite nei confronti di AlloCiné che ha dovuto chiudere la sezione commenti della pagina del film dove centinaia di voti negativi (0/5 – 0,5/5 – 1/5) si riversavano prima e il giorno dell’uscita per dissuadere gli spettatori . Al momento in cui scrivo, tre settimane dopo l’uscita di Pochi giorni non di più, i commenti sono di nuovo aperti e il rating spettatori è attualmente 2,9/5 (3,5 per la stampa). Se sono visibili commenti negativi, si riferiscono alla qualità del film e non al suo messaggio.

In un comunicato stampa, la SRF (Società dei registi) ha precisato che BAC Films, distributore del film, ha cancellato 971 messaggi di odio e denunciato “lo stesso processo, gli stessi messaggi, lo stesso odio cieco, anonimo e consapevole” [qui] “ostacola la distribuzione dei film” [et] “libertà creativa”. Chiede anche ad AlloCiné di fare “tutto ciò che è in suo potere per non lasciare le opere e i loro autori inermi di fronte a incursioni così facilmente identificabili”sottolineando che attualmente “le tutele sono insufficienti”. Su Instagram il regista del film denuncia l’assenza di moderatori sul sito. “Nessuna possibilità di filtrare, e nemmeno di rispondere con commenti odiosi a queste persone che non avevano visto il film poiché non era ancora uscito! Quindi… Per mettere la museruola all’estrema destra, mettiamo la museruola a tutti”protesta Julie Navarro.

Tuttavia, un’indagine di Telerama risalente a novembre 2023 indica che il sito si sta dotando dei mezzi per far fronte a queste incursioni subappaltando a una società specializzata il compito di identificare tutti i contenuti che non soddisfano il suo statuto. Secondo la rivista, “una squadra è al lavoro dalle 8:00 a mezzanotte, sette giorni su sette, con la missione di cancellare i commenti (e la nota che li accompagna) che siano odiosi, fuori tema, senza discussione o che tradiscano chiaramente che il film non è stato visto “vagliando dalle 15.000 alle 25.000 recensioni al mese, con particolare attenzione all’elenco delle opere classificate a rischio all’inizio di ogni mese.

Ma poiché il sito ammette note senza testo, è sempre possibile per lo stesso utente Internet moltiplicare note sbagliate con più account diversi. Per contrastare questi ripetuti attacchi provenienti dall’ambito fascista, AlloCiné sta attualmente lavorando per introdurre nuove regole, come ad esempio non consentire l’ascolto senza commenti o dover scansionare un biglietto del cinema per darne uno, come nel caso di Rotten Tomatoes , l’alter ego americano di AlloCiné, indica sempre Telerama.

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