Ti sorprende che le interpretazioni degli attori in due film nominati all’Oscar siano state “potenziate” dall’intelligenza artificiale?
Hai paura che presto le storie raccontate in un film vengano scritte da ChatGPT?
Queste domande che si pongono attualmente nell’industria cinematografica si riducono a un dibattito: chi vincerà nella battaglia tra uomo e macchina?
SOTTO SCOSSA!
Il 17 gennaio Paul Shrader ha scritto sulla sua pagina Facebook di essere assolutamente “sotto shock”.
Quello che ha scritto e diretto Gigolò americano (e lo scenario di Tassista e di Toro scatenato) aveva chiesto a ChatGPT di scrivere sceneggiature imitando il suo stile ma imitando anche lo stile di grandi registi (Scorsese, Tarantino, Bergman, per esempio).
“Ogni idea proposta da ChatGPT [en quelques secondes] era buono. E originale. E ben sviluppato. Perché gli sceneggiatori dovrebbero sedersi per mesi per trovare una buona idea quando l’Intelligenza Artificiale può fornirne una in pochi secondi?”
È come se un pasticciere si chiedesse: “Perché dovrei rompermi il culo creando nuovi dolci quando un software può inventare una nuova torta in pochi secondi?” Mi sembra che Shrader si sia dato un po’ la zappa sui piedi gridando a gran voce che il suo lavoro era obsoleto!
Ma onestamente, sarebbe un grosso problema?
Potremmo distinguere tra una storia raccontata da un essere umano in carne e ossa e una storia raccontata da una cosa, un robot, una macchina?
Dà luogo ad un’affascinante riflessione sulla creazione. Se ChatGPT è riuscita a inventare uno scenario “alla Tarantino” è perché Tarantino ha già creato degli scenari. L’intelligenza artificiale non è stata creata dal nulla ma dall’immaginazione di esseri umani di talento.
E nessun software può provare emozioni, fare esperienze, vivere esperienze personali che facciano evolvere nel tempo il lavoro di un artista.
Avrei molta difficoltà a immaginare che ChatGPT possa “affiancare” la carriera di Denys Arcand che ci ha fatto riflettere con Comodità e indifferenza E ci ha fatto versare lacrime Invasioni barbariche.
Per i film candidati agli Oscar, abbiamo appreso che il software Respeecher è stato utilizzato per migliorare l’accento ungherese dei due attori principali di Il brutalista e per migliorare la voce cantata di Karla Sofia Gascon in Emilia Perez.
Personalmente non mi scandalizza affatto! Siamo lì. Come quando siamo passati dal cinema muto al sonoro. Se la tecnologia lo consente, perché no?
E’ come il doppiaggio. Ho molta simpatia per gli attori che si guadagnano da vivere con quello, ma opporsi al doppiaggio tramite software è come opporsi all’arrivo dell’elettricità quando il tuo lavoro è fare il lampionaio.
DOV’È DENIS?
A proposito di cinema, hai notato qualcosa? Agli Oscar, Duna 2 è nominato per il miglior film, ma Denis Villeneuve non è nominato per il miglior regista.
Quando abbiamo incontrato Villeneuve in un ristorante a Montreal venerdì sera, il mio ragazzo gli ha addirittura scherzato: “Il tuo film è il primo film che si è diretto da solo!”
Villeneuve snobbato dagli Oscar? Questo mi sciocca!
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