Il collettivo dei difensori di Lione e della Grande Lione ha presentato giovedì mattina i risultati della consultazione cittadina lanciata il 31 ottobre. Non sorprende che le persone intervistate siano critiche nei confronti degli sviluppi urbani e dei progetti realizzati dalla metropoli di Lione.
È al piano del café 203, nel centro della città di Lione, a poco più di due mesi dal lancio del suo “consultazione indipendente dei cittadini“, che il collettivo dei difensori di Lione e della Grande Lione ha presentato giovedì 23 gennaio i risultati di questa consultazione che mirava a “raccogliere le opinioni dei residenti e degli attori economici locali in modo neutrale e obiettivo“secondo il collettivo, sostenuto da diverse personalità politiche di destra e in guerra aperta con gli Ecologisti della Città e della Metropoli di Lione. Avviata una consultazione”di fronte all’atteggiamento di totale disprezzo del sindaco di Lione e del presidente della Métropole de Lyon” spiega il collettivo nel corso di una conferenza stampa durante la quale i membri del “aggregazione cittadina e apolitica” ha presentato in dettaglio i dati del sondaggio condotto tra i cittadini.
Non sorprende che i risultati del sondaggio, che ha raccolto quasi 3.500 risposte, “più di tutte le indagini ufficiali effettuate dalla Métropole de Lyon sugli stessi temi e per periodi molto più lunghi“, formulano un bilancio molto negativo dello sviluppo urbano di Lione e della metropoli.
“Una visione ideologica anti-auto, senza pragmatismo“
“I risultati evidenziano un massiccio rifiuto globale degli attuali sviluppi urbani e una forte richiesta di revisione” così dettaglia il collettivo. “chiusura della penisola“, cavallo di battaglia del collettivo sin dalla sua creazione, ha quindi ricevuto il 70% di pareri sfavorevoli dai 3.394 intervistati, di cui il 75% residenti nella Metropoli e il 25% professionisti. Solo il “restringimento dei binari sulle rive del Rodano” è unanimemente contro di lui, con il 78% di pareri sfavorevoli contro di lui. L’ampliamento della zona a traffico limitato (ZFE) riceve il 61% di pareri sfavorevoli e il restringimento di rue Servient il 64%.
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Dei 12 progetti selezionati, che vanno dallo sviluppo della Route de Genas al passaggio a senso unico dell’Avenue Félix Faure passando per la chiusura della salita dello Chemin Neuf, nessuno ha ottenuto la maggioranza dei pareri favorevoli. “Molti percepiscono i cambiamenti come imposti da una visione ideologica anti-auto, senza pragmatismo” addebita anche il collettivo.
“L’auto e l’automobilista sono diventati i nemici dei politici in carica“deplora Christophe Cédat, proprietario del café 203 e membro del collettivo, denunciando anche lui”un’offerta anarchica di trasporto pubblico nella metropoli di Lione.“
“Pesare in vista del 2026”
“Gli intervistati denunciano gli effetti sul flusso del traffico, sull’accessibilità, sulla qualità della vita e sulla frequentazione delle attività commerciali locali“, prosegue il collettivo, spiegando che “più della metà degli intervistati afferma di utilizzare l’auto come mezzo di spostamento principale“. Il che illustrerebbe, secondo loro, “un’insufficienza delle alternative proposte“.
Di fronte a questa constatazione, il collettivo dei difensori del Lione grida “alla mobilitazione per ripensare la pianificazione urbana“La sua petizione, lanciata al momento della creazione del collettivo e tuttora accessibile online, ha già raccolto più di 13.000 firme”.Di fronte a questi risultati evidenti, vogliamo che le persone ci ascoltino” esorta Christophe Marguin, membro del collettivo apolitico e candidato dichiarato di destra per le elezioni municipali del 2026. “Oggi non è possibile discutere con la Città e la Metropoli” continua.
Il collettivo chiede quindi “una mobilitazione della società civile e dei principali leader aziendali o decisori di Lione e dei principali cittadini di Lione per intervenire in vista del 2026.“