Tutto ebbe inizio con l’unione di due cricche, quella rossa e quella blu, che divennero così la banda di ottoni Les Jeunes Villeneuvois. Erano 115 anni fa. Da allora, l’ensemble, che conta oggi una quarantina di musicisti, prova in una sala affittata dalla parrocchia, in rue Victor-Delbergé. Qui lasciò il segno tanto che oggi il locale porta il nome di Angelo Bonizzonni, uno dei direttori d’orchestra che hanno segnato la storia della fanfara. «È anche il mio prozio», spiega Élodie Bonizzoni, presidente dei Jeunes Villeneuvois e suonatrice di corno da caccia. “In ogni caso, in famiglia non avevamo scelta. Da bambini eravamo destinati a suonare nella banda musicale. C’è sempre stato un Bonizzonni dentro. »
A 37 anni, ricorda, da bambina, i primi pomeriggi trascorsi ad assistere alle prove, sotto la direzione di suo padre Didier. Poi, intorno ai 9 anni, scelse il corno da caccia “perché allora quelli erano gli unici leggii dove c’erano le ragazze e io ero responsabile di suonare le melodie. Quindi ero un po’ la star. »
“La fanfara sono anche i viaggi in autobus, i festeggiamenti di Capodanno per 200 persone in cui mia nonna si metteva in cucina… Sono cresciuto con questo. »
Per anni tre generazioni di Bonizzoni hanno giocato insieme, a Villeneuve-sur-Lot, ma anche in tutta la Francia, in competizioni regionali e nazionali, spesso vinte dai Les Jeunes Villeneuvois. Ciò è testimoniato dai numerosi tagli esposti lungo una parete della sala prove. “La fanfara sono anche i viaggi in autobus, i festeggiamenti di Capodanno per 200 persone in cui mia nonna si metteva in cucina… Sono cresciuto con questo. »
Creare vocazioni
Da allora i tempi sono cambiati, anche se la convivialità resta nei locali con la sua atmosfera da osteria. Il numero dei musicisti è diminuito, da 60 a 40, “spesso con rinforzi provenienti da altri gruppi francesi, talvolta da lontano. La fanfara è persa… Nel Lot-et-Garonne, ne restano due, i Pompons bleus, a Tonneins, e noi. E siamo gli unici che continuano a fare gare. »
Perché Les Jeunes Villeneuvois, che oggi hanno un’età media intorno ai sessant’anni, faticano a reclutare giovani musicisti. Uno stato di cose che il nuovo presidente vorrebbe cambiare, “anche se complicato. I giovani preferiscono la musica di strada e, quando riusciamo a reclutarli, spesso partono ventenni per gli studi…”
Tuttavia, la fanfara di oggi è lungi dall’assomigliare a quella del passato. Il repertorio è stato modernizzato. Per creare vocazioni, l’associazione ha istituito lezioni di musica gratuite, con il prestito degli strumenti, “ma a condizione che gli studenti si uniscano successivamente al gruppo. Non intendiamo competere con il conservatorio. E i nostri studenti possono essere adulti…” La merce rara restano i percussionisti “che sanno leggere uno spartito. Molti batteristi sono autodidatti. »
Élodie Bonizzonni spera anche che l’ensemble reciti più spesso in pubblico… “Attualmente siamo programmati a teatro ogni due anni e partecipiamo a due o tre concorsi all’anno… È un peccato. »
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