Facendo eco alla mostra Prestazioneil Centro Fotografico di Marsiglia, in collaborazione con ensa•m, propone una serata di proiezione Giovedì 16 gennaio 2025 dalle 18 amphi 250
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Il programma inizierà con un film di Yassine Boussaadoun e un momento di scambio con l’artista; seguito da 4 film dell’ordine “Dalle tribune” e una discussione con l’insegnante e il programmatore Nicola Feodoroff.
Lanciato nel 2022 dal Centro Nazionale per le Arti Visive (Cnap), in collaborazione con l’Associazione nazionale educazione all’immagine L’arcipelago delle lucciolel’ordine “Dalle tribune” ha invitato autori artisti che operano nel campo dell’immagine animata ad affrontare il tema dello sport, con particolare attenzione alla sua dimensione sociale. I vincitori Cecilia De Arce, Ludivine Large-Bessette, Marion Lasserre et Ester Megard ciascuno ha proposto e prodotto un progetto legato ad un territorio e ad un’attrezzatura sportiva, al suo contesto specifico, al suo ecosistema e al suo ambiente fuori campo.
PROGRAMMAZIONE
Yassine Boussaadoun (La Seyne sur mer, 1989)
Campionato dipartimentale degli starnuti2024
Dalla serie Il cinema(c), 2021/2024
Performance video 16:9 – 23’04”
Collezione del Centro Nazionale per le Arti Visive
E se tutti i miei soggetti fossero solo simulazioni di sfondo? Si chiede l’artista e atleta di alto livello Yassine Boussaadoun. Durante l’epidemia di Covid 19, impossibilitato a esibirsi negli spazi pubblici, ha ideato e prodotto “sport immaginari”. Questi cortometraggi riprendono l’estetica familiare e divertente degli sport per spettatori televisivi. Crediti, design grafico e sonoro, banner, loghi e codici colore della federazione, commenti fuori campo, c’è tutto, ma le azioni folli che si svolgono all’interno di questo sistema scuotono le forme consolidate. I loro nomi annunciano la natura degli spettacoli: Maratona del cuculo, Staffetta di oggetti insoliti, Giro dei poeti, Campionato dipartimentale degli starnuti.
Cecilia de Arce (Tolosa, 1993)
Livello zero – Storia dei perdenti nello sport, 2023
Video, colore, suono – 24’33”
Collezione del Centro Nazionale per le Arti Visive
Come alleniamo i nostri occhi a giudicare un corpo, a trovarlo attraente, o almeno ammirevole, quando è in movimento? Come sganciare la pratica sportiva dalla sessualizzazione e dall’ingiunzione alla prestazione? Più in generale: come rendere lo sport una pratica “neutra”, l’equivalente di un’azione come “mangiare” o “bere”? Per provare a rispondere a queste domande, Cecilia de Arce ha rilevato uno spogliatoio dei Cadets de Bretagne a Rennes, trasformandolo in un “museo dei traumi sportivi”. Usa questo spazio per accogliere e incontrare persone che, come lei, hanno sperimentato nel corso della loro vita un sentimento di esclusione e marginalità, in relazione al loro rapporto con l’attività fisica e sportiva, e costituiscono così una sorta di comunità, dando a tutti la possibilità di rivelarsi e costruire una storia su di loro e con loro.
“Per i deboli, i lenti, i flessibili, i fragili, gli accoglienti e gli eccessivamente cauti. per chi è abituato ai punti laterali, abbonati a cosce che sfregano, sudore che offusca la vista, pelle arrossata o carnagione pallida, respiro corto e conati di vomito” specifica l’artista.
Ludivine Large-Bessette (Fontainebleau, 1987)
Mantieni la linea2024
Video, colore, suono – 18′
Eseguita al velodromo André Pétrieux, Roubaix (Nord, Hauts-de-France)
“Questo film tratta dell’ingiunzione alla prestazione attraverso lo sport. Mescolando corsa, danza e un monologo scritto in collaborazione con giovani di Roubaix sulle proprie esperienze con le ingiunzioni che li circondano, questo progetto scava in tutta l’ambivalenza e la difficoltà della nostra ossessione per l’efficienza. » Così l’artista descrive il protocollo di scrittura prevalente all’origine del progetto.
Holding the Line è una lunga sequenza di una giovane donna che corre in modo coreografico e recita un monologo a più voci, costruito a partire dalle testimonianze di giovani uomini sulla difficoltà delle aspettative e degli stereotipi che ci si aspetta da loro.
La prestazione irraggiungibile lascia il posto alla sensibilità, all’umiltà, alle difficoltà e alle specificità individuali che si agitano in questo stampo impossibile da soddisfare. La prima ingiunzione a portare a termine una performance si trasforma in qualcos’altro: il piacere di prendere il proprio posto, la scoperta di poter costruire il proprio percorso singolare e affermare la propria complessità.
Marion Laserre (Suresnes, 1993)
Corpo2023-2024
Video, colore, suono (loop) – 4’5”
Collezione del Centro Nazionale per le Arti Visive
Corpo è un cortometraggio sperimentale in 3D che si evolve in base all’allenamento quotidiano degli atleti. L’opera prende la forma di un film 3D visivamente e uditivamente immersivo, utilizzando immagini, colori, suoni e sequenze derivate da sensori biometrici e dati di allenamento degli atleti del centro di arti marziali Thiêu Lâm, a Blagnac. Décorps esplora la relazione tra attività fisica, pratica matematica e trasformazione dei dati in un’esperienza cinematica sensoriale. Per fare ciò, il progetto propone di estrarre dati dall’allenamento quotidiano degli atleti utilizzando sensori biometrici e trasformarli in materiale utilizzabile per la creazione di un film: attraverso sensori di movimento: movimenti degli atleti trascritti in animazione 3D, sensori di frequenza respiratoria per suono. Cuffie EEG (attività elettrica cerebrale) per l’editing e una termocamera per la calibrazione.
Ester Megard (Parigi, 1986)
Sul filo2023-2024
Video, colore, suono – 14′
Eseguito presso il club di boxe “Don’t Panik Team”, Le Havre (Senna Marittima, Normandia)
Collezione del Centro Nazionale per le Arti Visive
Sul filo racconta la vita intima di un club di boxe inglese a Le Havre, attraverso immagini realizzate con ricami poi animate da un montaggio in stop motion, a cui si aggiungono i suoni, i rumori e le voci degli atleti. che quotidianamente frequentano il locale e portano la loro testimonianza. L’artista utilizza così l’aspetto meticoloso e morbido del tessuto e il gesto di ricamare a mano le immagini per attivare
Il Centro Fotografico di Marsiglia
Il Centro Fotografico di Marsiglia (CPM), sostenuto dall’associazione Les Ateliers de l’Image, è un luogo interamente dedicato alla fotografia contemporanea. Il suo scopo è l’esposizione, la sperimentazione, la condivisione, la scoperta, l’educazione, l’intrattenimento, oltre a sostenere il pubblico nella scoperta della fotografia e aiutare a sviluppare iniziative in questo campo.
Gli Ateliers de l’Image propongono da molti anni attività artistiche e didattiche a Marsiglia e nei suoi dintorni. Fondata nel cuore del quartiere Panier da 22 anni, l’associazione si avvale di un lavoro regolare con artisti locali e internazionali per sviluppare azioni artistiche accessibili al grande pubblico attorno alla fotografia contemporanea.
Il CPM si avvale delle numerose azioni già intraprese dall’associazione e risponde a un’esigenza crescente in una città che sperimenta un rinnovato interesse per la fotografia, offrendo una moltitudine di iniziative che mirano a sostenere la creazione in tutte le sue forme. forme: Notte del momento, Polittico, Patrimonio comune, Pitea. Attraverso la molteplicità e la coerenza delle sue azioni, il CPM contribuisce all’influenza del lavoro degli artisti fotografi nella regione e alla loro professionalizzazione.
Sostenuto e finanziato dalla città di Marsiglia, dal dipartimento delle Bouches-du-Rhône, dalla regione Sud Alpi-Provenza-Costa Azzurra, dal Ministero della Cultura e occasionalmente dal patrocinio privato e dalle proprie azioni, il CPM sostiene artisti e creazione e educazione all’immagine come sua priorità. Prestando particolare attenzione all’approccio dell’artista, il Centro tende anche a presentare molteplici punti di vista, pratiche e opere d’arte originali.
In diretta, Esther Megard – commissionato dal Centro nazionale per le arti plastiche, 2023, in collaborazione e con il sostegno di L’Archipel des lucioles © Esther Megard/Cnap/L’Archipel des lucioles