Dal blues burkinabè di Soba al tropicale afro-latino di Ayom. (Ritrasmesso)
I nostri primi ospiti: il trio Soba per l’uscita del primo album Film
Formato dal cantante-chitarrista Moussa Koita, dall’armonicista Vincent Bucher e dal batterista Émile Biayenda, Soba ricollega i legami tra la canzone Mandingo e il blues del Mississippi. Un afro-blues tanto rustico quanto luminoso, attraverso il quale il trio esplora i recessi dell’animo umano. Per risalire alle radici del blues, bisogna raggiungere il Mississippi da Chicago, navigare verso sud fino a New Orleans via Memphis, poi imbarcarsi per i Caraibi e infine attraversare l’Atlantico fino alle coste dell’Africa. Ad ovest da cui il rizoma si dirama attraverso i fiumi Niger e Congo. Possiamo leggere Il paese dove è nato il bluesdi Alan Lomax, oppure guarda “Dal Mali al Mississippi: Feel Like Going Home” di Martin Scorsese. Possiamo approfondire registrazioni storiche, dal pioniere americano WC Handy al maestro maliano Ali Farka Touré. Per capire tutto sui viaggi che compongono l’eterna giovinezza del blues, possiamo finalmente ascoltare un album luminoso grazie al quale tutto diventa chiaro: Fiman, del trio franco-burkinabe Soba. Soba significa “la grande casa” in Dioula, la lingua mandingo particolarmente praticata in Burkina Faso. Luogo di riunioni amichevoli e di complicità musicale, Soba è il tetto sotto il quale si incontrano Moussa Koita, Vincent Bucher e Émile Biayenda. Il gruppo si è costruito negli ultimi sei anni, da quando i suoi componenti si sono conosciuti attraverso i reciproci progetti, al voler costruire il proprio gruppo sulle basi del blues che li accomuna.
Tra Moussa Koita e Vincent Bucher, la collaborazione nasce nel gruppo di Abou Diarra, il maestro maliano di kamele n’goni che scava nella fonte del blues mandingo. L’intuizione trovò subito conferma: erano fatti per suonare insieme. Chitarrista e cantante burkinabè, nato da una famiglia di griot di Bobo-Dioulasso, Moussa Koita ha scandagliato l’underground parigino dove la sua fama brilla nel campo della Musica tradizionale dell’Africa occidentale, del reggae e del soul, oltre a lavorare con il gruppo Rivière noire e cantante Kady Diarra. Ventidue anni più anziano di lui, l’armonicista Vincent Bucher si appassionò per la prima volta al blues originale. Immerso nel “global sound system” parigino dei primi anni ’80, allora complice di CharlElie Couture, Bill Deraime, Patrick Verbecke e della Heritage Blues Orchestra nominata ai Grammy Awards nel 2013, ha stretto collaborazioni fruttuose con il polistrumentista franco-malgascio Tao Ravao e l’eminente chitarrista maliano Boubacar Traoré. All’epoca in cui i due musicisti supportavano Abou Diarra, Moussa Koita stava già sviluppando, con prolifica creatività, i suoi progetti di canzoni mandinka contemporanee alle quali Vincent Bucher a volte aggiungeva parti di armonica. Ben presto nasce l’idea di costruire un ponte con il blues del Mississipi, nella sua essenza più rustica. I due controllano rapidamente che la connessione funzioni. Per farlo bene manca solo un batterista-percussionista che indichi il ritmo insito nel genere. Uno dei musicisti più apprezzati della diaspora subsahariana, esploratore di ibridazioni tra jazz e rituali ancestrali, al punto da immergersi per sei mesi con i pigmei Mbenga, Émile Biayenda è l’ideale. Dopo aver lavorato con Vincent Bucher con Tao Ravao e i Tambours de Brazza, incontra Moussa Koita nel gruppo di Sam Mangwana, leggenda della rumba congolese. Moussa, Vincent, Émile: le stelle sono allineate. Il trio è nato.
Titoli eseguiti nel grande studio
– Pellicola RFI in diretta
– La tua formazionedall’album
– Posizione RFI in diretta
Formazione: Moussa Koita (voce, chitarra), Vincenzo Bucher (armonica) e Emile Biayenda (batteria, cajon).
Figlio : Mathias Taylor, Benoît Letirant e Camille Roch
►Album Film (MDC/Pezzo integrale 2024)
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Poi diamo il benvenuto al gruppo Ayom per l’uscita dell’album Saliva.
Ayom è un gruppo di 6 viaggiatori: Jabu, un brasiliano; Alberto, italiano residente in Spagna; Timoteo, di origine greca e italiana; Francesco, anche lui italiano, Ricardo e Walter, entrambi angolani. Si sono uniti attorno alla passione comune per la musica della diaspora africana e portoghese in particolare (Brasile, Angola, Capo Verde), e hanno trovato in Lisbona una sorta di patria.
Dopo essersi esibito con il Black Atlantic Tour in giro per il mondo, Ayom pubblica l’album Salivaun acronimo che rappresenta 3 impulsi: “SA-grado” (sacralità), “LI-berdade” (libertà e amore) e “VA-lentia” (coraggio).
L’album è una trilogia, con 3 titoli legati al Sacro, altri 3 che celebrano la libertà, l’amore e la vita, e gli ultimi 3 che affrontano i temi della lotta contro l’ingiustizia, il razzismo, il machismo e la colonizzazione. In questo album cantiamo in italiano, portoghese o yoruba.
Titoli eseguiti nel grande studio
– Figli della siccità RFI in diretta
– Abito da fuocodall’album
– Mi voglio di più RFI in diretta
Formazione: Jabu Morales (voce, percussioni), Timoteo Grignani (percussione), Alberto Becucci (fisarmonica) e Ricardo Quinteira (chitarra elettrica)
Figlio : Mathias Taylor, Benoît Letirant e Camille Roch
►Album Sa Li Va (Ayom music, l’Altra Dist. 2024)
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