dalla cupa Ribera al luminoso Wesselmann

dalla cupa Ribera al luminoso Wesselmann
dalla cupa Ribera al luminoso Wesselmann
-

Comprensione, affetto, compassione, aiuto, amore… Questo è ciò che richiedono i dipinti di Jusepe de Ribera (1591-1652). Le sue opere sono mani tese ai visitatori, in senso letterale e figurato. I personaggi dipinti da Ribera, super-santi, eroi mitici, uomini e donne di strada poveri, ci invitano tutti a testimoniare la loro angoscia, la loro solitudine, la loro sofferenza. Ribera ce li racconta. Per questo la mostra è emozionante.

Chi non ha mai sofferto di sentirsi diverso, di scivolare verso la vecchiaia e la morte? Chi non ha sofferto le delusioni in amore, l’assenza di risposte alle domande esistenziali? Chi non ha sacrificato un minuto, un giorno o l’intera vita per qualcuno o per una causa? Chi non è mai stato calpestato, eliminato, per un attimo o per un’intera esistenza? Ribera è il lucido pittore di una condizione umana non sempre piacevole.

Storia dell’arte: la tentazione di Tangeri

L’opera di Ribera graffia ma non fa male perché i dipinti sono esteticamente raffinati (nessun paesaggio a distrarre lo sguardo), potenti, semplicemente belli. Le espressioni dei volti dipinti sono forti perché sono reali. I personaggi di Ribera ci affascinano perché spesso si trovano di fronte allo spettatore. Ci portano al compito. I dipinti sono duri, a volte crudeli ma mai sprezzanti o condiscendenti. Ribera ama il suo prossimo. Lo conosce. Miserabile e poi potente, era entrambe le cose. Dipinge ciò che ha vissuto e visto.

Nacque il 12 gennaio 1591 a Xàtiva, vicino a Valencia, in Spagna. A 15 anni lasciò il regno per l’Italia. Ha vissuto a Roma per dieci anni prima di finire, quasi, di nuovo in Spagna. Quando arrivò a Napoli, una delle tre città più potenti d’Europa, la vivace città era sotto la dominazione spagnola. Il figlio del calzolaio si unisce rapidamente ai grandi campionati. Sposa la figlia di un famoso pittore. Gli apre molte porte. Viceré ed eminenti membri del clero ordinano da lui e talvolta soffocano!

La sua pittura è cruda, perfino violenta

Perché attenzione, Ribera è un rivoluzionario. Non dipinge uomini e donne con una bellezza classica e idealizzata. Trova i suoi modelli per strada, rappresentandoli così come sono. Li rispetta trasformandoli in santi o martiri, come vogliono vedere coloro che lo finanziano. Santi o martiri dunque, Ribera offre loro i volti di delinquenti, di emarginati, di poveri dai volti e dai corpi sconfitti. La sua pittura è cruda, perfino violenta, tutta in chiaroscuro.

Non ti ricorda niente? Poco prima di Ribera, un altro pittore sconvolse il mondo della pittura: Caravaggio. Maestro del movimento chiamato tenebrismo, ha vent’anni più di Ribera, fortunato e sfortunato insieme. Fortunatamente Caravaggio ha aperto la strada alla pittura cruda. Ribera ovviamente vide i dipinti di Caravaggio. Potrebbero essersi incrociati a Roma nel 1605. Ribera, influenzato da Caravaggio, divenne il suo erede stilistico, tanto per fortuna. La sua sfortuna? Caravaggio entrò nella Storia, eclissando il suo successore.

La mostra tenta di porre rimedio a questa ingiustizia. Ai suoi tempi Ribera era un maestro stimato e conosciuto, ma il tempo lo ha sbiadito. Oltre al genio e al coraggio pittorico di Caravaggio, la Storia ha forse ricordato anche quest’ultimo per un motivo esterno alla pittura, la sua stessa vita, dissoluta e sulfurea. Pasolini prima di Pasolini, Caravaggio fu assassinato per il suo modo di vivere e non per il suo modo di dipingere.

Ribera morì, “felicemente”, all’età di 61 anni, nel 1652. Peccato per la sua leggenda, ma il suo stile resta. Le mani in movimento di Ribera emergono da tessuti plissettati, viola, blu o rosso sangue. Come i sipari scenici, drammatizzano, drammatizzano ciò che vede il visitatore, esseri dalla carne pallida. Ribera avrebbe visto i dipinti di un altro pittore spagnolo, El Greco, venuto a Venezia prima di lui?

Da notare i sorrisi di Ribera, raramente rappresentati in pittura a causa dei denti fatiscenti. Ribera osa. Un mendicante dai piedi torti, una giovane ragazza con un tamburello, lo stesso Bacco, il pittore offre una collezione di persone sdentate la cui realtà dentale non sminuisce in alcun modo la loro dignità. Ribera rispetta gli esseri umani, li ama. Il Petit Palais è una festa poiché i dipinti esposti sono capolavori accattivanti. La mostra, organizzata dalla discreta e spericolata direttrice del museo, Annick Lemoine, è il grande schiaffo del momento.

MOSTRE: L’AFP celebra in foto 80 anni di liberazione

Opere piene di umorismo

Dal dolore al frigorifero, dal buio dell’anima al water, in sei stazioni, la linea n. 1 ti porta dal XVII al XX secolo, dal buio alla gioia, dal profondo della condizione umana alla superficialità. della condizione del consumatore, passando dal Petit Palais alla Fondazione Louis Vuitton. La mostra “ Pop per sempre » incarnato dall’ingegnoso Tom Wesselmann (1931-2004) porta molto colore agli occhi. Wesselmann recupera e prende in giro la società dei consumi americana, nel pieno della crisi di euforia degli anni Cinquanta e Sessanta.

La materia occupa le menti mentre ingombra la vita quotidiana. Eccellente designer e pittore, Wesselmann prende i codici della pubblicità e li stravolge. Recupera tutto, trasforma, accumula, associa, giustappone. Un finto bagno con un vero portasciugamani, un interno di appartamento con una vera finestra che si affaccia su un finto paesaggio, un vero termosifone accanto a una donna languida e nuda dipinta, un vero televisore in un finto salotto nel momento in cui entra in ogni casa .

Luce, Wesselmann? Non c’è modo. È un uomo preoccupato e serio, appassionato di psicoanalisi che si libera dai suoi tormenti immaginando opere sfrenate, gioiose, piene di umorismo e fantasia. Come Roy Lichtenstein e Andy Warhol, anch’essi visibili nella mostra, Wesselmann è un raccoglitore-frullatore-miscelatore-miscelatore alla moda che rompe i codici. Dovrebbe essere presa sul serio come lo è la pop art quando spesso viene ridotta a decorazione.

Il movimento riflette un’epoca folle di presunti eccessi. La pop art usa spesso umorismo e derisione. Sono poche le mostre in cui si sentono scoppi di risate! Le cose stanno ridendo di Vuitton. Per lo scuro Ribera, per il colore Wesselmann, entrambi consigliatissimi.

Piccolo Palazzo” Ribera – Oscurità e luce »fino al 23 febbraio 2025 Paris Musées Edition, 49 euro

Fondazione Louis Vuitton Pop Forever, Tom Wesselmann &… »fino al 24 febbraio 2025 edizione FLVGallimard, 45 euro

-

PREV Circo Magnifico | Un gigantesco gioco di fuga
NEXT Il rapper americano Young Thug si dichiara colpevole al processo