l’essenziale
La 12esima edizione del Muret Film Festival si è chiusa ieri in apoteosi, segnando l’entusiasmo degli amanti del cinema.
Con 55 film proiettati, prevalentemente in anteprima, questa edizione ha offerto un’immersione in temi diversi: dal femminismo all’ecologia, passando per l’emancipazione e la lotta alla discriminazione. Le proiezioni al cinema Véo sono state seguite da avvincenti dibattiti con registi come Gilles Perret, ospite d’onore.
Questi scambi hanno permesso al pubblico di comprendere meglio la visione e i messaggi trasmessi dai registi.
Il mondo di Baya Kasmi
Baya Kasmi, regista e sceneggiatrice, vincitrice del César per “Le Nom des Gens”, ha segnato questa edizione con il suo terzo lungometraggio “Mikado”. Nel corso di un’affascinante intervista, ha rivelato la sua visione del cinema come specchio dell’infanzia e delle emozioni umane: “L’infanzia che abbiamo vissuto modella le nostre scelte di vita. Con “Mikado”, ho voluto mostrare personaggi che, nonostante i loro traumi, si reinventano e costruiscono una nuova famiglia, imperfetta ma luminosa.”
Ha discusso anche della scelta degli attori: “Ramzy Bedia, Vimala Pons e Félix Moati erano ovvi. Lavorare con loro è come trovare una troupe: ci capiamo, ci spingiamo a esplorare nuove emozioni. Per quanto riguarda i Da bambini, loro erano luminosi, era imperativo che avessero questa grazia per ritrarre il loro personaggio.” Per il regista il cinema è molto più di un’arte: “Crea connessioni, suscita riflessioni ed emozioni collettive. È questa magia che ci spinge a fare film, a toccare gli altri e fargli venire voglia di vivere”.
Questa edizione ha confermato l’attaccamento del pubblico al Festival Muret, affermandosi come un appuntamento imperdibile per gli amanti della Settima Arte. Cala il sipario, suggerendo nuove chicche per il prossimo anno.